giovedì 26 luglio 2012

Brindisi, arrestato per racket

«Se mi denunci brucio tutto e taglio la gola a tua nipote»


BRINDISI - Aveva tartassato per settimane un artigiano in uno stillicidio di richieste estorsive e pesanti minacce, culminate con l’effettivo incendio di un autocarro che la vittima usava per il suo lavoro. Ma dopo sei mesi da incubo, grazie alle indagini degli investigatori della sezione antiracket della Squadra mobile di Brindisi - diretta dal dott. Francesco Barnaba -, è stato rintracciato e arrestato. In manette - su ordine di custodia cautelare del gip Paola Liaci richiesto dal pm Eva Toscani - è finito il brindisino di 45 anni già noto alle forze dell’ordine Walter Leo, accusato di tentata estorsione, incendio doloso e minacce gravi.

Lo spalancarsi delle porte del carcere per il presunto estorsore brindisino ha così messo fine ad una storia che andava avanti dal febbraio scorso, quando Leo cominciò a pretendere dal malcapitato - installatore e titolare di una rivendita per elementi di rifinitura edilizia ubicata ai Cappuccini - la somma di 500 euro, per un sinistro stradale in cui i due erano rimasti coinvolti. Incidente e danni mai rilevati, che comunque non sarebbero mai potuti sfociare in un indennizzo anche perché il veicolo di Leo era privo di copertura assicurativa. Circostanza, questa, che di certo non spinse Leo ad attenuare la sua prepotenza: «Mi devi dare subito i soldi - avrebbe detto all’artigiano - altrimenti non sai cosa sono capace di fare: ti brucio il negozio e il camion; non ho paura di nessuno».

Detto fatto: dopo una serie di pressioni e di minacce rimaste senza effetto, ai primi di maggio, l’esercente si ritrovò con l’autocarro che usava per lavoro bruciato, in un rogo appiccato nottetempo che danneggiò anche la facciata di uno stabile e le finestre di un appartamento dello stesso.

Inevitabili, a quel punto, furono le indagini della Mobile, che portarono ad una convocazione di Leo in Questura, per accertamenti. E quello, per tutta risposta, dopo il faccia a faccia con gli agenti si recò dalla sua vittima per dirgli: «Mi hanno convocato in Questura ...se ti chiameranno per il riconoscimento, dì che non mi conosci...se invece lo farai, ti taglierò la gola a te, tua moglie, tuo figlio ed anche alla tua nipotina, perché so che hai una nipotina».

Minacce continue durante le quali Leo - nel frattempo messo sotto stretto controllo dagli agenti - si sarebbe assunto anche la responsabilità dell’incendio dell’autocarro, facendo sapere alla vittima che lo aveva fatto proprio quale ritorsione per la mancata corresponsione del denaro da lui preteso. Ce n’era a quel punto abbastanza per inoltrare alla Procura una richiesta di arresto. E mentre Leo - nelle more della firma del provvedimento di arresto a suo carico - era tenuto sempre sotto stretto controllo dagli agenti, è incappato pochi giorni fa in un controllo di polizia sulla litoranea, da cui è emerso che lo scooter su cui viaggiava era rubato. L’immediata denuncia di Leo per ricettazione (con restituzione dello scooter al proprietario) è stata, quindi, solo il preludio all’arresto avvenuto ieri, per tentata estorsione, incendio doloso e minacce gravi.

a. neg.

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