venerdì 6 luglio 2012

L’omicidio di Trapani, increduli i vicini


TRAPANI. Un nuovo fiocco azzurro, a casa Savalli, per una nascita ormai imminente. Maria Anastasi il prossimo giorno 20 avrebbe dato alla luce un altro figlio: un maschietto. Un particolare che rende ancora più tragica la vicenda. Un particolare che non ha fermato la mano assassina del killer. L’omicida non ha avuto pietà nè della donna, nè del bimbo che portava in grembo. L’ha uccisa e poi ha bruciato il cadavere. Maria Anastasi, 39 anni, casalinga, aveva tre figli: Simona di 16 anni, Annarita di 17 anni e Carlo di 13 anni. A Trapani, abitava in via Dell’Angelo - una traversa della via Archi, nella zona del cimitero comunale - al secondo piano di un palazzo al numero civico 27.
«Una brava persona , di poche parole e dai modi gentili». I vicini di casa, increduli e sgomenti, la ricordano così. E il loro è un coro unanime. Ieri sera, lo stabile era piantonato da due carabinieri. Nell’abitazione - gli investigatori hanno eseguito una perquisizione - non c’era nessuno. I bambini erano a casa di parenti. Il marito, Salvatore Savalli, operaio in una segheria di marmo, anche lui di 39 anni, era in caserma.

Donna uccisa a Trapani, fermato il marito
Salvatore Savalli, 39 anni, è sospettato dell’omicidio che avrebbe commesso per gelosia. La moglie era al nono mese di gravidanza

TRAPANI. Dopo molte ore di racconti pieni di contraddizioni e mezze verità poco credibili è stato disposto il fermo, con l'accusa di omicidio, di Salvatore Savelli, 39 anni, sospettato di avere assassinato la moglie, Maria Anastasi, incinta al nono mese, spaccandole la testa e dandole fuoco.
L'uomo, interrogato per ore dai magistrati, coordinati dal procuratore Marcello Viola, ha fornito versioni contrastanti, mentre le indagini svelavano inquietanti episodi di sopraffazione, quali l'aver imposto alla moglie incinta e ai loro tre figli la presenza in casa della sua amante. Savelli, in un primo momento, ha raccontato ai carabinieri di essersi trovato in auto, nelle campagne di Erice (Trapani) con la moglie e i tre figli adolescenti, e di essere sceso dalla macchina per accompagnarli a fare pipì. Allontanatosi dal veicolo, avrebbe sentito lo sportello della macchina richiudersi e, tornato dov'era parcheggiata, non avrebbe più trovato né l'auto né la moglie.
La versione dell'uomo è stata smentita dai figli, che il padre aveva convinti a confermare il suo racconto, ma che, in realtà, non erano con i genitori al momento della scomparsa della madre. Di fronte alla contestazione degli inquirenti, l'uomo ha cambiato versione e ha detto di essere andato nella campagna insieme alla moglie, che doveva incontrare il suo amante per interrompere la relazione extraconiugale che la donna aveva da tempo. L'ennesima menzogna, secondo gli inquirenti, che hanno accertato che ad avere una storia parallela era l'uomo, che da mesi aveva imposto alla moglie e ai figli la convivenza con l' amante, che era andata a vivere nella loro casa.
Secondo quanto ricostruito dai pm, dunque, l'assassino si sarebbe allontanato in auto con la moglie (tra i due i rapporti erano molto tesi proprio per la presenza in casa dell'amante dell'uomo) e dopo l'ennesima lite l'avrebbe colpita verosimilmente con un bastone alla testa, l'avrebbe tramortita e poi avrebbe dato fuoco al corpo. Il cadavere è stato ritrovato ad una ventina di chilometri di distanza dal luogo indicato dal fermato come quello dell'ultimo incontro con la moglie. A confermare l'esistenza del rapporto extraconiugale del presunto assassino è stata la stessa amante, sentita dai carabinieri. Il provvedimento di fermo, disposto dal procuratore Marcello Viola, dovrà essere convalidato nelle prossime ore dal gip di Trapani.
LUIGI TODARO

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