mercoledì 4 luglio 2012

Fatta luce su un delitto della faida Ancora un colpo contro il clan Giampà

Cinque persone, ritenute esponenti di primo piano della cosca, sono finite in carcere perché ritenute mandanti ed esecutori materiali dell'omicidio di Domenico Zagami, avvenuto nel pieno della guerra di mafia contro le famiglie avversarie dei Cerra-Torcasio-Gualtieri.Tra gli arrestati anche alcuni componenti della "commissione" che prendeva le decisioni più delicate




CATANZARO - Cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state notificate ad esponenti di primo piano della cosca Giampà di Lamezia Terme dalla squadra mobile di Catanzaro, nell’ambito delle indagini sull'omicidio di Domenico Zagami, avvenuto nella cittadina nell’agosto del 2004. Il delitto è maturato nel corso di una cruenta guerra di mafia con al cosca avversa dei Cerra-Torcasio-Gualtieri. Le indagini hanno accertato responsabilità sia dei soggetti appartenenti al «gruppo di fuoco» sia quelle dei mandanti dell’omicidio inseriti nella cosiddetta «commissione» che definiva le decisioni illecite relative alla famiglia Giampà. Nei giorni scorsi 34 presunti esponenti della cosca sono stati arrestati dalla polizia.
Stavolta, le persone finite in manette sono Vincenzo Bonaddio, Giuseppe Giampà, Aldo Notarianni, accusati di essere i mandanti del delitto; Domenico Giampà e Maurizio Molinari, indicati come esecutori materiali. Del commando di fuoco facevano parte anche Angelo Torcasio e Saverio Cappello, nel frattempo diventati collaboratori di giustizia.
Proprio secondo il pentito Saverio Cappello, a pianificare l’omicidio furono Giuseppe Giampà e Vincenzo Bonaddio, mentre egli stesso avrebbe guidato la moto con a bordo Domenico Giampà, esecutore materiale del delitto. Angelo Torcasio, oggi pentito, sarebbe «il basista» che indicò al gruppo di fuoco che era giunto il momento di entrare in azione, mentre Maurizio Molinaro dopo il delitto recuperò la moto dei killer per nasconderla. I particolari dell’operazione di oggi sono stati illustrati in una conferenza stampa dal procuratore della Dda di Catanzaro Lombardo, dall’aggiunto Borrelli, dal questore Marino, dal capo della squadra mobile, Ruperti e dal vice Paduano.

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