giovedì 12 luglio 2012

"Last trip2", come veniva rifornito il canale della droga tra Palermo e Agrigento

Scoperta rete di distribuzione di stupefacenti che partiva dalla provincia di Palermo e giungeva fino a quella di Agrigento.

I pusher palermitani rifornivano sia gli acquirenti provenienti da svariate zona della Sicilia, giunti nel capoluogo per assumere la loro dose "quotidiana", sia altri spacciatori provenienti dal territorio agrigentino, che poi la rivendevano al dettaglio. Le intercettazioni telefoniche hanno confermato i vari incontri ed appuntamenti fra pusher ed assuntori nonché fra pusher "all'ingrosso" e coloro che si occupavano della rivendita al dettaglio.

Come già in precedenti indagini, anche in questo caso è stato riscontrato il tentativo, da parte degli indagati, di eludere eventuali intercettazioni telefoniche, attraverso l'utilizzo di un linguaggio criptico. Così gli incontri per la vendita dello stupefacente diventavano appuntamenti "per un caffè". Da rilevare la circostanza che gli spacciatori spesso conoscevano bene i loro acquirenti, infatti lo stupefacente non veniva venduto a chiunque, ma solo a persone note o che rientravano in un circuito di conoscenze comuni, creando così un meccanismo fiduciario fra venditore ed acquirente.

Operazione "Last trip 2", gli arrestati

Gioacchino GuidaGregorio FilipponeAngela Sina FaragoneAlessandro Filippone


        Salvatore Giuseppe Failla
        Durante l'attività è emerso in particolare: che la provincia palermitana si conferma quale centro di approvvigionamento di droga per l'intera Sicilia occidentale, sia per la vendita al dettaglio che per quella di partite più consistenti, da essere successivamente "smerciate" in altri territori; l'utilizzo di un linguaggio criptico utilizzato nelle conversazioni dagli indagati e dai loro "clienti", i quali concordavano di incontrarsi per "un caffè" oppure veniva richiesto di far trovare "il caffè pronto"; il ricorso a brevi sms, nei quali l'eroina veniva indicata con "R" e la cocaina con "C" o con la parola "Cocò" o, tramite i quali, veniva indicato il quantitativo di droga richiesta; il rapporto instaurato fra i pusher e gli assuntori, come quello normale fra un venditore ed un cliente abituale, rilevabile da frasi riferite al telefono o scritte con sms del tipo "il solito", "fammi una cosa graziosa", "metticene qualcosina in più" ed in tale contesto anche i commenti degli assuntori sulla qualità della sostanza: "a confronto di quella dell'altro giorno questa è meglio", "è leggerina", "oggi sono rimasto un pò scontento"; l'attenzione di pusher e degli acquirenti, riscontrata in alcune conversazioni telefoniche in cui verificava la presenza o meno delle forze dell'ordine in zona.

        I gruppi operanti erano suddivisi nel quartiere Guadagna di Palermo (affidato ai fratelli Alessadro e Gregorio Filippone), a Partinico (affidato a Gioacchino Guida), a Ribera (affidata a Salvatore Giuseppe Failla, Rosario Triolo e Angela Sina Faragone) e a Campobello di Licata (affidata a Salvatore Termini, Giuseppe Melluzza e Ioana Jugaru).

        Nel corso delle attività investigative sono stati identificati e segnalati all'Ufficio Territoriale dei Governo circa 70 assuntori.

        Questa notte durante la perquisizione, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato nell'abitazione di Salvatore Termini 15 dosi di cocaina per un peso di circa 12 grammi e due bilancini di precisione. La droga oggetto di vendita ed acquisto è risultata per la maggior parte eroina e cocaina.

        L'operazione di oggi è la naturale prosecuzione della precedente attività "Last trip", al termine della quale, il 22 giugno 2010, i carabinieri avevano tratto in arresto su ordinanza di custodia cautelare, cinque palermitani ritenuti responsabili del medesimo reato associativo. In quella circostanza era stato accertato che uno degli appartenenti all'organizzazione aveva ceduto della droga, poi risultata letale, a due giovani cefaludesi, deceduti nel dicembre 2008, proprio per gli effetti del mix letale di eroina e cocaina.
          

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