BARI – Undici condanne e tre assoluzioni nel processo con rito abbreviato davanti al gup del Tribunale di Bari, Marco Guida, nei confronti di 14 presunti affiliati al clan Parisi di Bari, accusati di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata a usura, estorsione, riciclaggio ed esercizio abusivo del credito.
Le condanne più alte (a 8 anni e 2 mesi di carcere più 4mila di multa e a 8 anni e 10 mesi più 8mila euro di multa) sono state inflitte rispettivamente a Vito Parisi, detto "Bocciul" (cugino del boss Savinuccio e ritenuto il capo dell’organizzazione criminale) e Antonio Fiorentino, soprannominato "Ciu Ciu". Una condanna a 6 anni e 2 mesi di reclusione più 14mila euro di multa è stata inflitta a Emanuele Fiorentino, figlio di Antonio. Condanne a 5 anni e 12mila euro di multa per Radames Parisi, figlio di Vito, e Damiano Ferrante, soprannominato "Mefisto". Condanne inferiori sono state inflitte agli altri otto imputati. In particolare: 4 anni e 6mila euro di multa per Nicola Colonna, 2 anni e 8 mesi più 6mila euro per il padre Domenico, 5 anni e 4.400 euro per Cataldo Palermo (detto "il benzinaio"), 4 anni e 3mila euro di multa per Alessandro Anaclerio ("il nano"), 3 anni e 4 mesi più 2.600 euro per Claudio Carnevale, 2 anni e 8 mesi più 4mila euro di multa per Deborah Cannale. Altri 13 imputati per gli stessi reati sono a processo con rito ordinario davanti alla prima sezione collegiale del Tribunale di Bari.
L'indagine, che il 27 ottobre 2010 portò all’arresto di 24 persone, tra cui molti modugnesi insospettabili, avrebbe smascherato una sorta di holding capace di trarre profitti, grazie all’usura, per svariati milioni di euro. La novità emersa nel corso delle indagini era la formula utilizzata dalla organizzazione, definita dagli investigatori "presenta un amico", con la quale gli usurati diventavano usurai. Imprenditori vittime del clan, cioè, ai quali veniva proposto di presentare nuovi clienti bisognosi di denaro e in cambio ricevevano sconti sui tassi usurai. Altro sistema per fare business era reclutare i giocatori d’azzardo. Venivano adescati in un circolo ricreativo di Modugno con promesse di grandi vincite nei casinò dei paesi dell’est. A loro venivano offerti pacchetti di viaggio gratis con il solo impegno di acquistare nei casinò fiches per 5mila euro.
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