Questo blog per
protesta contro uno
“Stato Latitante” non verrà aggiornato.
liliumjoker
Tante le “ VITTIME INNOCENTI ” assassinate dallo STATO con la complicità della MAFIA.
21/03/2014, di Redazione
(online) (modificato il 22/03/2014 alle 4:39 pm).
Latina è stata invasa da 100.000 persone per la giornata nazionale contro le
mafie di Libera. Tutti insieme per la XIX edizione della Giornata dell’impegno
in ricordo delle vittime delle mafie organizzata da Libera e Avviso pubblico. In
molti sono arrivati in bici con l’iniziativa “Transumanza per la
legalità“, una pedalata contro le mafie con partenza da Borgo Sabotino.
Tanti i giovani che hanno aderito alla manifestazione colorata.
Il corteo ha sfilato per le strade di Latina, in testa Don Ciotti. Presenti,
tra gli altri, il presidente del Senato Pietro Grasso, il procuratore Giancarlo
Caselli, la presidente della commissione antimafia Rosy Bindi, il vescovo
di Latina Monsignor Mariano Crociata, e il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi.
Nel corso degli interventi dei relatori, dal palco allestito per l’occasione,
sono stati letti i nomi delle 900 vittime della mafia.
L’enorme corteo ha raggiunto piazza del Popolo dove vengono letti i nomi
delle vittime della mafia. I manifestanti hanno invaso la città con slogan e
striscioni. Tanti studenti, associazioni, cittadini che hanno voluto urlare il
loro no alla criminalità.
In piazza del Popolo, Don Luigi Ciotti ha parlato a lungo sottolineando i
tanti misteri ancora irrisolti, tra i quali il delitto Don Cesare Boschin. Ha
poi evidenziato i troppi casi di prescrizione nei processi.
DON LUIGI CIOTTI. «Siamo
venuti qui per affetto, stima e riconoscenza per questo territorio, qui ci sono
belle persone e belle risorse. Siamo venuti per cercare verità per Don Cesare
Boschin e tanti altri e per non dimenticare che le organizzazioni mafiose
attraversano tutto il territorio e anche l’Agro Pontino». Sono le prime parole
di don Ciotti nella Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle
vittime delle mafie, organizzata da Libera, che si celebra oggi a Latina. Don
Ciotti, alla testa del lungo corteo partito da via Isonzo, ha voluto
sottolineare di aver «trovato migliaia di ragazzi, qui c’è un’Italia intera che
si è data appuntamento», ricordando che ieri «il papa è stato chiaro: ‘piangete
e convertitevi, in ginocchio chiedo di cambiare vita». «Le nostre antenne di
cittadini ed associazioni ci dicono che qui le mafie non sono infiltrate, sono
presenti. Fanno i loro affari nel settore dell’economia e della finanza. Se
fosse solo un problema di criminalità basterebbero le forze dell’ordine ma è
anche un problema di case, di povertà e di politiche sociali». Sul caso rifiuti
e sulle dichiarazioni del pentito Schiavone, don Ciotti ha ricordato che: «si
sapeva da vent’anni, mi sono stupito di chi si è stupito. Boschin vedeva tutto
questo dalla sua finestra e della sua morte non sappiamo ancora la verità. Non
c’è strage in Italia di cui si conosca la verità».
I NOMI DELLE VITTIME E LE AUTORITA’. Sono 900 i nomi delle
vittime di mafie snocciolati nel corso della cerimonia organizzata da Libera in
occasione della Giornata della memoria e dell’impegno tenutasi a Latina. Sul
palco allestito in Piazza del Popolo a Latina, al termine del lungo corteo
partito da via Isonzo, sono stati ricordati da Avviso Pubblico anche i 351
amministratori pubblici che nel solo 2013 sono stati bersaglio di atti
intimidatori. La città fin dalle prime ore del mattino si è riempita di
studenti, anziani e famiglie arrivati a bordo di treni e pullman per marciare
accanto a Libera. Per le strade ha sfilato anche un lungo corteo di biciclette
della «Transumanza per la legalità». Accanto a Don Ciotti, anche il presidente
del Senato Pietro Grasso, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il
procuratore Giancarlo Caselli, la presidente della Commissione Antimafia Rosy
Bindi e poi molti sindaci della provincia, consiglieri e assessori della Regione
Lazio, i vertici delle forze dell’ordine e decine di familiari delle vittime
innocenti di tutte le mafie. Il programma della XIX edizione della Giornata
della memoria e dell’impegno prosegue, nel pomeriggio, con diversi seminari,
incontri, dibattiti e mostre che si svolgeranno in diverse zone della città.
ROSY BINDI. «Oggi siamo tutti responsabili. Confidiamo nella
richiesta di conversione che il Papa ha fatto ieri in maniera forte nei
confronti degli uomini e delle donne di mafia». Lo ha dichiarato la presidente
della Commissione parlamentare antimafia Rosi Bindi che ha partecipato al corteo
organizzato da Libero in occasione della Giornata della memoria a Latina. «I
mafiosi sono forti perchè qualcuno si gira dall’altra parte, c’è qualcuno che
pensa che ci si possa convivere o fare affari – ha aggiunto – Si deve dire di no
con forza. Se da queste giornate ci sarà una persona in più che vuole fare la
lotta alla mafia abbiamo ottenuto un risultato importante».
PIETRO GRASSO. «Essere qui ha un significato ben preciso,
per noi è un segnale importante». Lo ha detto Pietro Grasso, presidente del
Senato, intervenuto a Latina alla manifestazione di Libera in occasione della
Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie,
a Latina. «Il Parlamento ha in esame diverse iniziative come quella sul voto di
scambio che dovrà passare in Senato – ha aggiunto – Ci sono poi iniziative
governative perché la lotta alla criminalità è una priorità per il Governo».
Grasso ha poi ricordato quanti sono morti a causa della mafia e ha ribadito
l’impegno del Parlamento e del Governo per dare risposte ai familiari. «Ci sono
ancora familiari delle vittime delle mafie – ha detto – che aspettano i
risarcimenti».
IL QUESTORE DI LATINA. «Organizzare questa giornata
a Latina è un segnale importante perché questo è un territorio contiguo a terre
di mafia. Le presenze ci sono, le abbiamo accertate e continuiamo a
individuarle». Lo ha detto il questore di Latina Alberto Intini, che, insieme al
comandante dei carabinieri e al comandante della Guardia di Finanza, ha
partecipato alla manifestazione organizzata da Libera in ricordo delle vittime
di mafia. «Che si celebri qui questo evento – ha aggiunto il questore – è un
fatto importante. Il momento della lettura del lungo elenco delle vittime
innocenti di mafia ne scandisce tutto il suo più profondo significato». Il
questore si è poi soffermato sulla presenza delle organizzazioni mafiose sul
territorio pontino: «Il territorio più a rischio – ha precisato – è il sud della
provincia, perché più vicino alle zone geografiche dominate dai casalesi, il cui
potere si estende anche oltre il Garigliano. Qui la nostra attenzione è
altissima. Ma lo è anche nella parte nord della provincia, in particolare
ad Aprilia, più vicina a Roma, dove pure abbiamo individuato e accertato la
presenza di clan».
IL PREFETTO. «Siamo lieti che questa giornata si svolga
a Latina. È un’occasione per tutti i cittadini e soprattutto per i tanti giovani
presenti di fare da argine alle infiltrazioni delle organizzazioni mafiose».
Sono le parole del prefetto di Latina Antonio D’Acunto in occasione della
Giornata della memoria organizzata nella città di Latina da Libera. «Questo – ha
aggiunto il prefetto – è un territorio bello e ricco di risorse, ma proprio per
questo fortemente esposto agli interessi della criminalità organizzata. Vogliamo
che diventi un corridoio di legalità. Questa giornata deve essere il simbolo di
una forte denuncia ma anche di una grande speranza».
IL SINDACO. «È un bellissimo abbraccio lungo le strade della
nostra città per conservare la memoria e l’impegno contro tutte le mafie». Lo ha
detto il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi presente oggi al corteo
organizzato da Libera in ricordo di tutte le vittime innocenti di mafia. «La
presenza qui oggi di migliaia di cittadini – ha aggiunto – è il segno che la
città di Latina ha risposto con il suo grande cuore di città solidale. Oggi si
gettano le basi per creare nei giovani la cultura della legalità. La criminalità
organizzata è una presenza che non possiamo nascondere, ma abbiamo la fortuna di
avere forze dell’ordine che con grande impegno ogni giorno conducono in prima
linea questa battaglia».