Nell’inchiesta, iniziata nel novembre 2007, sono coinvolti studenti, impiegati della facoltà di giurisprudenza e due docenti. Le accuse vanno dalla corruzione al falso materiale e ideologico in atti pubblici
La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per i 97 indagati nell’inchiesta sui falsi esami alla facoltà di giurisprudenza dell’Ateneo del capoluogo calabrese. Nell’inchiesta, condotta dai sostituti procuratori Salvatore Curcio e Paolo Petrolo, sono coinvolti studenti, impiegati della facoltà di giurisprudenza e due docenti. La richiesta di rinvio a giudizio giunge al termine dell’inchiesta iniziata nel novembre del 2007 con l’arresto di un impiegato dell’Università, Francesco Marcello. Ai 97 indagati vengono contestati a vario titolo i reati di corruzione, falso materiale e ideologico in atti pubblici. A Marcello e ad altre tre persone viene contestato anche il reato di associazione per delinquere. L’accusa sostiene che i dipendenti dell’ateneo, in cambio di denaro, avrebbero falsificato i libretti universitari facendo risultare che gli studenti avevano superato gli esami. Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno sequestrato altre lauree conseguite dagli indagati. Nel settembre del 2009 il Gip del tribunale di Catanzaro ha emesso una ordinanza interdittiva dall’attività forense nei confronti di 39 persone che hanno conseguito la laurea in giurisprudenza nell’Università di Catanzaro.
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