Equitalia è di nuovo sotto i riflettori. Un articolo apparso sull'Espresso ha infatti riportato alla luce una sentenza della Corte di Cassazione risalente al 2007 ma che non è mai stata resa pubblica e in cui le multe applicate dalla società di riscossione dei tributi venivano dichiarate illegali. Ma a diffondere la notizia ci ha pensato il web.
La sentenza
Multe applicate irregolarmente
Nonostante però i giudici abbiano dichiarato che le multe attuate dalla società di riscossione sono illegali, in tutti questi anni il rincaro ha continuato ad essere applicato, come risulta da centinaia di cartelle esattoriali. Le sanzioni irregolari creano maggiorazioni di milioni di euro, che però secondo la Cassazione non sarebbero dovuti. La Suprema Corte infatti è molto chiara e afferma che in caso di ritardo nel pagamento della sanzione, va applicata "l'iscrizione a ruolo della sola metà del massimo edittale e non anche degli aumenti semestrali del 10 per cento. Aumenti, pertanto, correttamente ritenuti non applicabili".
Il ruolo dei social media
Ma come mai una notizia del genere è stata ignorata per tutto questo periodo di tempo? E soprattutto perché non è stata intrapresa alcuna azione concreta per permetterne la diffusione?
Dopo la pubblicazione dell'articolo sull'Espresso, i social network hanno giocato un ruolo fondamentale facendo fare alla notizia il giro del web. Cosa che mi porta a sottolineare l'importanza sempre più rilevante giocata da Internet nella diffusione delle notizie e per apprendere di questioni di cui altrimenti non si sarebbe mai venuti a conoscenza. Facebook, Twitter, blog e affini riflettono inoltre anche le esigenze dei lettori contemporanei, che hanno ormai abbandonato il ruolo passivo a vantaggio di un maggior coinvolgimento. In un'era in cui il computer è diventato ormai una necessità per restare "collegati" con il mondo, infatti, Internet e i social media vengono visti come il canale privilegiato di informazione per accedere alle notizie ma anche per permetterne la diffusione condividendo idee e opinioni.
Nessun commento:
Posta un commento