L'operazione della guardia di finanza. Erano di proprietà di quattro indagati per mafia. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Palermo
PALERMO. Patrimoni per un valore di circa 6,8 milioni di euro sono stati confiscati dalla guardia di finanza di Palermo. Erano di proprietà di quattro indagati per mafia. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Palermo. I beni più cospicui erano di un palermitano di 47 anni, accusato di estorsioni e traffico di stupefacenti per conto della famiglia mafiosa di corso Calatafimi a Palermo, al quale sono stati confiscati 10 immobili ed un'impresa funebre, per un valore di oltre 4 milioni di euro.
Ad un boss di 36 anni, della famiglia di San Lorenzo sono stati confiscati un terreno a Palermo e un immobile in San Vito Lo Capo (Tp) per un valore di 300 mila euro circa. Sigilli anche ai beni di un imprenditore di Carini di 44 anni, ritenuto contiguo alla mafia: 3 villette, 3 lotti di terreno ed un'azienda di autotrasporti, per un valore di oltre 2 milioni di euro. Infine a un altro palermitano di 57 anni, organico alla famiglia mafiosa di Corso Calatafimi per conto della quale faceva l'esattore del «pizzo», sono stati confiscati due appartamenti nei quartieri Settecannoli e Mezzomonreale-Villa Tasca di Palermo, per un valore complessivo di 460 mila euro. Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle hanno permesso di riscontrare che i patrimoni accumulati dai boss non erano in alcun modo giustificati da fonti di lecita provenienza
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