PORTICI - L' imprenditore Davide Imberbe, 39 anni, titolare di una catena di supermercati a Portici, ed esponente dell' associazionismo anti-racket, è stato arrestato dai carabinieri per calunnia aggravata nei confronti di due militari dell'Arma. I militari hanno eseguito ieri sera un provvedimento del Gip del Tribunale di Napoli. Gli episodi contestati sarebbero avvenuti tra l' ottobre 2006 ed il 2011. Davide Imberbe è testimone di giustizia, e fratello dell' imprenditore Luigi Imberbe, 52 anni. Il 31 gennaio un incendio distrusse parte di un deposito alimentare di proprietà di Luigi Imberbe, in via Longobardi, a Portici. Davide Imberbe quantificò il danno in un' intervista televisiva in una cifra di oltre un milione di euro. Più volte, attraverso i mass-media, Davide Imberbe aveva denunciato, anche con iniziative clamorose, la presenza del racket nell' area vesuviana e le intimidazioni della camorra, ottenendo la solidarietà di alcuni esponenti politici.
Davide Imberbe - secondo le accuse contestategli - nell'ottobre 2006 avrebbe calunniato anche quattro persone, tre delle quali minorenni, residenti a Portici ed a San Giorgio a Cremano, accusandole di un tentativo di estorsione ai suoi danni per conto del clan Abate, attivo a San Giorgio a Cremano. Nel giugno 2007 e nel dicembre 2010 l' imprenditore, che era scortato dai carabinieri dopo aver denunciato nel 2001 presunti episodi di estorsione subiti da esponenti del clan Vollaro di Portici, aveva poi denunciato due militari per concussione e abuso d'ufficio sostenendo falsamente - secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Napoli - che i carabinieri gli avevano estorto regalie ed il pagamento di un viaggio, una pelliccia, un soggiorno in località balneare e di materiale elettronico. L'imprenditore aveva affermato di aver ceduto a tali imposizioni temendo che, diversamente, non gli sarebbe stato garantito un adeguato sistema di protezione.
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