I beni confiscati oggi ad Antonio Stefano, genero del boss Vincenzo Macrì, erano stati posti sotto sequestro nel marzo del 2011
Il valore dei beni confiscati ad Antonio Stefano, genero del boss Vincenzo Macrì, è di due milioni di euro. Vincenzo Macrì, detto «u baruni» (in foto) è deceduto a seguito di una grave malattia nel 2010 mentre stava scontando una condanna a 27 anni di reclusione ed era a sua volta nipote di Antonio Macrì, «il boss dei due mondi» figura storica della 'ndrangheta e capo del cosiddetto «Siderno Group», con importanti collegamenti col Canada e l’Australia, ucciso in un agguato nel gennaio del 1975.
I beni confiscati, che erano stati sequestrati nel marzo del 2011, consistono in un’azienda agricola, con annesso allevamenti di cavalli e pastori tedeschi; una villa di duemila metri quadrati ed un’automobile Audi 3 intestata alla moglie di Stefano. Il provvedimento di confisca è stato emesso dalla sezione misura di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta del questore, Carmelo Casabona, ed eseguito dal Commissariato di Siderno
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