Il Tribunale di sorveglianza: l'ex funzionario del Sisde è malato. Sconterà il resto della sua condanna a 10 anni per concorso esterno all'associazione mafiosa ai domiciliari
CATANIA. Bruno Contrada non tornerà più in carcere: sconterà il resto della sua condanna a 10 anni di reclusione per concorso esterno all'associazione mafiosa a casa per il suo grave stato di salute. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Palermo: l'ex funzionario del Sisde resterà in regime di detenzione domiciliare, in cui si trova dal luglio del 2008, 'per il tempo della residua condanna'.
Contrada entro il prossimo agosto dovrebbe avere finito di espiare la condanna e tornare libero. "Intanto è a casa sua, e certamente - spiega il suo legale, l'avvocato Giuseppe Lipera - non tornerà più al carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Ma non è tutto: Bruno Contrada, nonostante le patologie che lo affliggono e gli 80 anni gìa compiuti sono certo che in cuor suo non demorde, la sua storia non è ancora finita come qualcuno vorrebbe".
I legali di Contrada hanno presentato appello contro la decisione della Corte d'appello di Caltanissetta di dichiarare inammissibile la sua terza istanza di revisione del processo. Contrada è stato assolto nel primo processo d'appello, il 4 maggio 2001, dopo la condanna a dieci anni inflittagli in primo grado il 5 aprile 1996. Poi è stata la Cassazione, il 12 dicembre 2002, ad annullare il verdetto assolutorio e a disporre un nuovo processo. E' poi arrivata la condanna a 10 anni di reclusione, il 25 febbraio 2006, che nel maggio del 2007 la Cassazione ha reso definitiva.
Nessun commento:
Posta un commento