martedì 24 gennaio 2012

Droga, blitz contro il clan dei Casamonica vedette come a Scampia

Trentanove arresti, beni sequetrati. Sistema "a pedaggio" per il ritiro delle dosi. Vivevano in ville lussuose


ROMA - Maxi operazione di polizia e carabinieri a Roma contro il clan dei Casamonica: 39 arresti, beni sequestrati da centinaia di uomini del comando provinciale dei carabinieri e della Questura. L'accusa è di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Il quartiere generale del clan era il quartiere Romanina: telecamere, vedette sui tetti per gestire il traffico di droga. Vivevano in ville molto lussuose. Con i soldi della droga acquistavano ville, auto, oro.

Sistema a pedaggio per lo spaccio. Per la distribuzione delle dosi era stato organizzato un vero e proprio sistema "a pedaggio", con check point per pagamento e ritiro dosi, che si articolava su due strade parallele nella zona sud-est della Capitale. Nell'operazione è stato anche effettuato il sequestro di beni.

Al supermarket della droga. Il gruppo aveva costruito una sorta di enclave al quartiere Romanina, tra via Devers e vicolo Barzilai trasformate in un fortino da dove spacciare indisturbati. Lo spaccio era gestito dal clan dei Casamonica e da famiglie collegate, accusati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Il modus operandi era sempre lo stesso e ben collaudato: le strade dove si trovavano le case supermarket venivano ristrette usando delle fioriere in modo da poter controllare gli accessi. Controlli che erano svolti anche da vedette poste sui tetti. Lo spaccio al dettaglio di cocaina e hashish era affidato alle donne.

Acquirenti giovanissimi. Clienti erano giovani tra i 18 e i 25 anni (anche alcuni minorenni) che giungevano non solo dalla Capitale ma dalla provincia, in particolare dalla zona dei Castelli. Gli acquirenti arrivavano in auto davanti alla casa supermarket dove si trovava una donna. Una volta chiesta la dose, il cliente faceva il giro dell'isolato, mentre un'altra donna all'interno dell'abitazione (dove era sempre acceso un caminetto dove gettare la sostanza stupefacente in caso di blitz delle forze dell'ordine) provvedeva a preparare quanto chiesto. Chi era fuori dall'abitazione comunicava con una grata e non aveva la chiave di accesso. Ciò sempre per rallentare l'eventuale accesso di agenti o carabinieri. Gli illeciti guadagni, frutto del traffico di droga, venivano reinvestiti per ulteriori rifornimenti di cocaina ma soprattutto nell'acquisto di immobili, di autovetture di grossa cilindrata e per finanziare la lucrosa attività dell'usura.

Ville di lusso e usura. L'Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo dei beni riconducibili agli arrestati per cinque milioni di euro complessivamente. Si tratta di beni immobili (ville, terreni, 16 abitazioni), 36 autovetture, 20 orologi di pregio, un borsa piena d'oro, 135mila euro in contanti, 28mila euro in titoli, e conti correnti, depositi bancari e postali.

Vedette e telecamere come a Scampia. Il quartiere romano della Romanina, quartier generale della famiglia dei Casamonica, era stato militarizzato per permettere lo spaccio con un sistema video sorveglianza e vedette sui tetti. In particolare nelle case, spesso sfarzose, il camino era sempre acceso per potersi disfare della droga in caso di arrivo di uomini delle forze dell'ordine.

Centinaia di investigatori impegnati. «Oggi raccogliamo i frutti di indagini complesse che hanno visto impegnati per oltre un anno centinaia di investigatori ai quali rivolgo tutta la mia gratitudine» ha detto il Questore di Roma Francesco Tagliente. Il comandante provinciale dei carabinieri, Maurizio Mezzavilla ha spiegato: «Si tratta di un'operazione particolarmente significativa che colpisce il clan Casamonica, clan storico romano, accusati di gestire il traffico di droga, soprattutto cocaina, anche attraverso donne». «Con gli arresti di oggi - ha affermato il reggente della Procura di Roma Giancarlo Capaldo - abbiamo dato un segnale di efficienza e di volontà a reagire a fenomeni criminali che godono di apparente impunità». Il colonnello Castello ha aggiunto che «abbiamo restituito alla Capitale una fetta di territorio. Oggi gli abitanti erano felici nel vederci operare».

Reazioni politiche. «Plauso alle forze dell'ordine» da parte del sindaco Gianni Alemanno, del presidente della provincia Nicola Zingaretti, del presidente della Regione Renata Polverini. Zingaretti ha invitato a «non abbassare mai la guardia», Alemanno e Polverini hanno ricordato l'impegno delle amministrazioni con il Patto Roma sicura.

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