Il caso di Vincenzo Virga, boss di Trapani, indicato come il mandante dell'uccisione di Mauro Rostagno, non è il primo, ma è quello che, in un clima di controlli fiscali sempre più stringenti, sta provocando reazioni sconcertate. "Sono senza parole" scrive Maddalena Rostagno
PALERMO. Il padrino si dichiara "nullatenente" e lo Stato gli paga l'avvocato. Il caso di Vincenzo Virga, boss di Trapani, indicato come il mandante dell'uccisione di Mauro Rostagno, non è il primo e neppure il più eclatante. Ma è quello che, in un clima di controlli fiscali sempre più stringenti, sta provocando reazioni sconcertate. "Sono senza parole" scrive Maddalena Rostagno, la figlia del giornalista-sociologo assassinato nel 1988, che proprio per ragioni economiche spesso non può assistere al dibattimento nel quale si è costituita parte civile. "E' scandaloso", commenta il senatore del Pd Beppe Lumia, componente della Commissione antimafia, il quale ricorda che "spesso le istituzioni non riconoscono, per mancanza di risorse o a causa di inefficienze burocratiche, rimborsi e risarcimenti alle vittime di mafia".
Virga, già condannato a vari ergastoli, ha chiesto il gratuito patrocinio perché sostiene di essere quasi ridotto in uno stato di indigenza in seguito alla confisca del patrimonio. La legge prevede che sia l'erario a pagare la difesa quando l'imputato dimostra di avere un reddito inferiore a 9 mila euro l'anno. Il gratuito patrocinio viene concesso dal giudice titolare del procedimento e solo al momento in cui il legale chiede la liquidazione della parcella scattano i controlli dell'Agenzia delle entrate. E' già accaduto altre volte con personaggi mafiosi di rilievo. E con esiti differenti. Il boss Giuseppe Graviano, condannato per l'uccisione di padre Pino Puglisi e ora accusato nel processo di revisione di avere organizzato l'attentato al giudice Paolo Borsellino, è stato condannato a un anno e 8 mesi per essersi finto "povero" ottenendo il gratuito patrocinio per due processi. Per un boss condannato ce n'é uno assolto.
E anche lui non é una figura secondaria di Cosa nostra trattandosi di Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina. Nel 2004 aveva chiesto allo Stato di pagare il suo avvocato perché, sosteneva, non aveva né redditi né beni. "Tutto - ha sostenuto il suo legale, Giovanni Anania - gli è stato confiscato, anche alcuni regali di nozze". A Nino Madonia l'assistenza gratuita venne revocata quando si accertò che in carcere indossava abiti "griffati". Nel caso di Virga è stata la Corte d'assise di Trapani, davanti alla quale si celebra il processo Rostagno, ad ammetterlo al gratuito patrocinio mentre l'Agenzia delle entrate deve ancora dare il suo giudizio definitivo.
Nessun commento:
Posta un commento