Il trattamento assicurato a Franco Alioto, assunto alla Gesip senza aver presentato domanda, è stato l'oggetto della deposizione del funzionario di polizia Silvia Como, teste al processo al sindaco di Palermo Diego Cammarata che, secondo l'accusa, avrebbe impiegato il dipendente sulla sua barca nell'orario di lavoro
PALERMO. In tre anni non avrebbe mai timbrato il cartellino potendo godere di una condizione privilegiata e fogli di presenza su misura. Lo strano trattamento assicurato a Franco Alioto, assunto nella società del Comune Gesip senza aver presentato alcuna domanda, è stato l'oggetto della deposizione del funzionario di polizia Silvia Como, teste al processo al sindaco di Palermo Diego Cammarata che, secondo l'accusa, avrebbe, per anni, impiegato il dipendente come skipper della sua barca nell'orario di lavoro.
La polizia, che ha avviato l'inchiesta dopo che la trasmissione 'Striscia la Notizia' a settembre del 2009 denunciò il marinaio assenteista, ha accertato una serie di irregolarità nell'attestazione delle presenze al lavoro di Alioto, oggi imputato insieme a Cammarata. Sul banco dei testi, prima della funzionaria, erano salite la giornalista che ha curato il servizio sulla vicenda, Maria Letizia Affronti, e Stefania Petyx, la conduttrice tv che ha raccontato la storia.
Entrambe hanno raccontato le segnalazioni ricevute dai colleghi di Alioto, indispettiti per i privilegi dell'operaio sempre assente dal lavoro, di come ebbero i fogli con le presenze e dei sopralluoghi e dei controlli che consetirono di accertare che l'imputato, durante l'orario di lavoro, era in realtà impegnato nel lavoro di skipper su Molla due, la barca che il sindaco affittava. Al processo si sono costituiti parte civile sia il Comune di Palermo che la Gesip.
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