I processo nei confronti di 4 persone di Favara accusate di aver favorito la latitanza del boss empedoclino. Tre anni e due mesi per Carmelo Bellavia, due anni e quattro mesi per Antonino Costa. Assolte Gerlanda Cutaia e Veronica Costa
AGRIGENTO. Due condanne e due assoluzioni. Il gup del tribunale di Palermo, Ferdinando Nicastro, a conclusione del processo celebratosi con il rito abbreviato, ha emesso la sentenza nei confronti delle quattro persone di Favara accusate d'aver favorito la latitanza del boss empedoclino Gerlandino Messina. Si tratta di Carmelo Bellavia, padre del ventenne Calogero, arrestato con Messina il 23 ottobre del 2010, che è stato condannato a 3 anni e 2 mesi; Antonio Costa, proprietario dell'immobile di via Stati Uniti dove si nascondeva l'ex capo mafia agrigentino, condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione. Per entrambi è stata esclusa l'aggravante di aver agevolato Cosa nostra. Assolte, invece, le due donne coinvolte nella vicenda: Gerlanda Cutaia, madre di Calogero Bellavia, che era accusata d'aver preparato i pasti per il boss, e la fidanzata del giovane faccendiere, Veronica Costa, ritenuta importante anello di collegamento tra il proprio fidanzato ed il padre. Il pm, Emanuele Ravaglioli, aveva chiesto 3 anni per Bellavia e 2 anni e 6 mesi per gli altri imputati.
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