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giovedì 1 ottobre 2009
Il Pentito Calogero Rizzuto sta scavando a fondo nella sua memoria
Svelati importanti meccanismi mafiosi e almeno due omicidi
Ha già delineato per sommi capi la gerarchia mafiosa del
suo mandamento indicando boss e picciotti. Ha fatto luce su
almeno un paio di omicidi di cui non si sapeva granchè e svelato le trame
infami delle estorsioni e dell’esazione del pizzo. Non ha ancora concluso
il periodo dei 180 giorni tassativamente utili per raccontare tutto
quello che sa. Ma Calogero Rizzuto sta scavando a fondo nella sua
memoria. E i ricordi affiorano, nitidi, limpidi. Ricchi di particolari. E
gli investigatori oltre ad ottenere nuove informazioni vedono pian
piano il pregresso lavoro d’inchiesta trovare conferma.
C’è poco da fare: Rizzuto per le cosche belicine, trapanesi e palermitane
potrebbe rivelarsi una miniera d’oro. Inevitabili le importanti domande quelle che usualmente
fanno per prima, cercando di sfruttare il fattore sorpresa: “Lei sa
dove si nasconde Matteo Messina Denaro? E Giuseppe Falsone?
Mercoledì scorso sul cielo di Sambuca volavano, ben visibili, un
paio di elicotteri dei carabinieri. E tutto il paese con il naso in su a
chiedersi: che cercano? C’era Rizzuto a bordo?
Guzzo “educava” Rizzuto a non pentirsi e insegnava come eludere le trappole dei collaboratori
Gino Guzzo, boss mafioso di prima grandezza per gli
i n q u i r e n t i della Valle del Belice di finire incastrato
da un pentito.
Un uomo che aveva cercato di educare al meglio della metodologia mafiosa. Il personaggio
di rispetto al quale Guzzo aveva dato fiducia ed anzi lo invitava persino a
tenere la bocca chiusa persino con i suoi stessi affiliati. E’ una pagina mirabile di
malaffare. Ma questa volta i risultati non sono stati quelli attesi. L’uomo a cui Gino
Guzzo dava consigli su come eludere i pentimenti di fratelli traditori era
Calogero Rizzuto. La conversazione è stata intercettata il 9 dicembre 2006 e quel
giorno, Gino Guzzo mai e poi mai si sarebbe immaginato che a metterlo ulteriormente
nei guai sarebbe stato proprio Rizzuto: Ecco cosa scrivono i giudici
sulla vicenda nell’ordinanza Scacco Matto: Gino Guzzo invita Calogero
Rizzuto a non portare a conoscenza di ciò neanche gli altri “fratelli” (n.d.r. con tale
termine il Guzzo indica l’appartenenza di un soggetto alla famiglia mafiosa), poiché,
in caso di possibile arresto e relativi pentimenti, la magistratura provvederà
alla confisca di tutti i beni, anche occulti, accumulati, mandando “in fumo anni di
sacrifici di generazioni”.
In merito, il Guzzo racconta al Rizzuto il pentimento
di un soggetto con in quale era stato detenuto. Nel raccontare l’episodio indottrina
il Rizzuto circa il modo di comportarsinel c.d. carcere “duro”, per evitare il pentimento.
Il Guzzo invita il Rizzuto a non
portare a conoscenza della proprietà di mezzi meccanici, neanche il “fratello”
Pasquale, riferendosi chiaramente a Ciaccio Pasquale, ritenendolo un “uomo
d’onore” dalle scarse qualità. Gino Guzzo: capito, fino a quando uno si fa sei
sette anni si pentono, ormai hanno preso una brutta strada…in carcere, io conoscevo persone
come persone, piglia e si sono pentiti eeee ci dicono, e gliel’hanno tolti, quelli che si sono comprati con i soldi così
e quelli mischini che si sono evoluti di generazioni in generazioni, allora noialtri
Calò (Calogero) meno cose possiamo fare sapere ai fratelli nostri meglio è, non
te lo dimenticare mai, non te lo dimenticare mai, certo questo discorso che ti sto
facendo è sbagliato, non lo dovrei dire, ma io a Gino lo sto dicendo, capito,
io lo dico a Gino, minchia tu come fai a dubitare di un fratello è una cosa grave, io lo sto
dicendo una cosa grave, una cosa grave, minchia ma io a Gino lo sto dicendo, non
lo sto dicendo a Calogero, non con mio fratello io lo dico a me stesso, a me stesso
non e di più di un fratello? Minchia chiaro è questo concetto ?
Afferralo e quello che ti sto dicendo io, non vale per nessuno, ma di noialtri, queste
cose, queste cose qua sono nostre, non devono dire che sono nostre, se un domani succede un
intoppo, minchia e gli dicono queste cose sono loro, capace farti levare, un esempio,
una cosa che ti ha dato tuo padre sacrifici di generazioni Calogero… Calogero
Rizzuto: è vero… Gino Guzzo: d’ora in avanti quando io ti dico… famiglia, si e
tutte cose, tra noi altri dobbiamo essere così, così, anche con quelli, lascialo stare
a Pasquale, Pasquale è amico nostro fa parte di noialtri questo concetto glielo
voglio fare entrare in testa, Pasquale non né ha qualità, parliamo chiaro, voialtri lo
avete voluto fare mettere in famiglia e l’abbiamo messo in famiglia, avete fatto
lo stretto… io sto parlando con Gino…., Pasquale qualità di uomo d’onore vero
fino in fondo non né ha. Pasquale è un fratello nostro, però ci sono, non né ha qualità.
Calogero Rizzuto: capisco il senso. Gino Guzzo: hai capito cosa voglio
dire? Calogero Rizzuto: si, si, Gino Guzzo: ma vero lo capisci? Io con Gino
sto parlando! Calogero Rizzuto: lo capisco, lo capisco. Gino Guzzo: i o
con Gino sto parlando. Calogero Rizzuto: lo capisco e sono convinto pure
come te. Gino Guzzo: io parlo con Gino, non sto parlando con Calogero che è fratello
mio, con me stesso, io sono dentro solo e parlo con me, solo. Calogero
Rizzuto: e allora! Gino Guzzo: se è stato chiaro questo discorso qua, non te lo devi
dimenticare più. Calogero Rizzuto: capisco e sono convinto. Gino Guzzo: io, che
quando parlo con te parlo con me stesso, e sono solo e parlo con te, ti dico come la
penso. Ti dico una cosa, ti dico per esempio quel fatto, è bello sentire dentro l’amicizia
che tu nutri verso quel ragazzo, è bello, minchia è nobile.
Calogero però
noialtri dobbiamo essere furbi, esperti, noialtri per qualsiasi cosa a tutti dobbiamo
aiutare, però noialtri ci dobbiamo salvaguardare noi! Calogero Rizzuto: si io pure sono convinto. Gino Guzzo: p e r
rispetto alla tua famiglia, ai tuoi figli, per rispetto io a mia moglie e ai miei figli, io
me ne sono andato in galera, mi sono fatto due anni di carcere, me ne sono fatti sette
e mezzo per buona condotta, Calogero avevo il 40 come si chiama il 416, il 41 bis
e non me lo hanno potuto dare perché non ero considerato né capo famiglia, perché
nemmeno avevo l’imputazione di omicidio, perchè essendo capo famiglia o imputazione
di omicidio, entri nel 41.
Non potendo darmi il 41, mi hanno fatto fare il carcere,… come si chiamano questi?
Calogero Rizzuto: massima sicurezza, carcere duro…. Gino Guzzo: no ero già nel carcere di massima sicurezza,
quelli del 416 bis siamo tutti nel carcere di massima sicurezza. Carceri punitivi, io mi sono fatto
sette anni e mezzo nei carceri, dei carceri punitivi. Nei carceri punitivi ci mandano
tutti quelli che si litigano in carcere, fanno bordello, fanno che, fanno come,… gentaglia. Nei carceri
punitivi ci mandano tutta la gentaglia. Ora non è così, perché nei carceri punitivi non
c’è né più gentaglia, cioè c’è né gentaglia però trovi pure persone per bene, che non
gli possono dare il 41, perché sulla carta non sono rappresentanti di famiglia né imputazioni di omicidio,
allora loro, cornuti, vabbene, diamoci il carcere punitivo, minchia a me, a me il carcere punitivo.
Minchia è un casino, perché la era il carcere, facevo il carcere punitivo, è lo stesso
del 41 solo che sulla carta non si chiama 41, carcere punitivo. Ora Calogero,
vedi che persone come persone che si facevano il carcere punitivo non c’è la
facevano e si pentivano. Ho conosciuto là a quello, a Cinquemani, Cinquedita,
aveva fatto omicidi (parola incomprensibile)…mi telefonò un amico! A disposizione,
ci davo il cuore. Io non pensavo che si pentiva e si è pentito vero. Io a mio
cognato glielo scritto di stare attento, l’amico mio lo sai che cosa fa fatto?....
ahhhhh, … queste cose non le sa nessuno ora le sai tu, quello era suo fratello.
Minchia io pensavo, come glielo mando a dire, come glielo mando a dire che forse
mi sbaglio, ma ero sicuro che quello…. Ci dissi: l’amico tuo, io qua lo tratto come
tratto a te, un fratello, però, se tu parlassi con me stesso, starei attento. Minchia,
quello l’ha capito, sai cosa ha fatto una mattina? ahhh, lui su queste parole mie ha
iniziato a pensare, a pensare, a pensare, una mattina lui è uscito dalla galera, si è
fatto nove anni di carcere, è uscito, aveva misure di prevenzione, ehhhh, una mattina
sai cosa a fatto? ahhh se ne è salito, si è salito tutto quello che doveva salire per i
fatti suoi e dove è non lo so e non lo voglio sapere. Si è salito tutte le cose, ha
preso sua moglie e i figli ed è scomparso. Dopo un mese che lui è scomparso, ahhh,
quello si è buttato pentito e lo ha accusato di omicidi di quelli buoni. E gli ho fatto
una lettera io e gli ho detto: io lo tratto come a tuo fratello, però se fossi io, io
parlo con Gino stai attento ahhh, io starei attento. Minchia, quello le ha prese le mie
parole, perché stavamo insieme e aveva tanta stima di me. Minchia, quello disse:
per lui dirmi una frase di queste, non me l’avrebbe detta una cosa per un’altra, non
me l’ avrebbe detto. Ha preso e se ne andato, Calogero, se ne è andato. Dopo,
Cinquedita, si è pentito vero! Calò. Calogero Rizzuto: …se no altrimenti
è tardi e poi, eee Gino Guzzo: …tra di noi altri Calò qualsiasi cosa, tienila perte, tutti fratelli,ma tienila per te…Calogero Rizzuto: vabbene…
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