lunedì 28 dicembre 2009

"La mafia nel Regno Unito coltiva illeciti interessi"


"La mafia nel Regno Unito
coltiva illeciti interessi"


LONDRA - I tentacoli della mafia italiana si allargano sempre più verso il Regno Unito, mentre le città britanniche diventano terminali chiave per il riciclaggio del denaro sporco, operazione vitale per i clan. È il settimanale "The Observer" a farsi interprete oggi dell'allarme che sta suscitando oltre Manica l'avanzata delle famiglie mafiose italiane, che vedono nelle isole britanniche una nuova frontiera dove "estendere il loro impero criminoso".

Sarebbero sempre più le attività economiche, i palazzi, i negozi, le agenzie di scommesse con alle spalle capitali di Cosa nostra, 'ndrangheta o camorra, tutte e tre con ampie basi in Gran Bretagna. L'Observer - il domenicale del Guardian - ricorda tra gli altri il caso della società di scommesse Paradise Bet Ltd, con base a Londra ovest, cui la scorsa settimana è stata sospesa la licenza dopo che i suoi assets sono stati bloccati dalla polizia italiana nell'ambito dell'inchiesta sulla famiglia pugliese Parisi. Sottolinea tuttavia che spesso i beni bloccati emergono come "la punta di un iceberg".

Secondo l'esperto italiano di criminalità organizzata Francesco Forgione, ex presidente della Commissione antimafia, "membri dell'alleanza di Secondigliano sono sospettati di possedere negozi a Londra dove espongono falsi prodotti di stilisti e che servono anche da nascondiglio per latitanti o da snodo per il traffico di droga".

Diversi, ancora, gli esempi sui legami tra le mafie italiane ed il territorio britannico. Il napoletano Gennaro Panzuto, fuggito dalla Campania, fu arrestato due anni fa a Garstang, nel Lancashire, dove gestiva un giro di truffe alle società di leasing.

Prima di essere arrestato nel 2005, il boss camorrista Antonio La Torre stava avviando con il denaro sporco un piccolo impero commerciale nel nord della Scozia, comprendente l'importazione di prosciutti e olio d'oliva, offrendo anche lavoro a napoletani: tra questi lo stesso Roberto Saviano, che poi ha descritto il suo soggiorno scozzese nel bestseller "Gomorra".

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