sabato 28 febbraio 2009

Decapitata la famiglia mafiosa di Villabate, dodici arresti





I carabinieri davanti ad una delle attività commerciali sequestrate
Un duro colpo è stato inferto questa mattina dai carabinieri del Comando provinciale di Palermo alla mafia di Villabate che dopo gli arresti di Nicola e Antonino Mandalà nel corso dell'operazione "Perseo" aveva già ricostruito il suo nucleo di potere intorno al boss villabatese Giovanni D'Agati.

Alle prima luci dell'alba, i militari hanno dato il via all'operazione "Senza frontiere" ed eseguito 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip Pasqua Seminara su richiesta di Ignazio De Francisci, Antonino Di Matteo e Lia Sava, della Dda di Palermo, che hanno fatto scattare le manette ai polsi di affiliati ed esponenti della famiglia mafiosa di Villabate. Il reato contestato a tutti è associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle estorsioni e all'intestazione fittizia di beni. Gli arrestati, secondo quanto i militari hanno avuto modo di accertare in sette mesi di indagini, controllavano il territorio su ordine del "capo famiglia" Giovanni D'Agati chiedendo a tappeto il "pizzo" a commercianti e imprenditori. Le somme guadagnate, secondo quanto verificato con appostamenti e intercettazioni audio e video da parte dei carabinieri, venivano poi "ripulite" attraverso una complessa attività di riciclaggio che coinvolgeva tre esercizi commerciali, adesso posti a sequestro preventivo. Si tratta delle agenzie di scommesse "Punto Snai web" e "Intralot" e del negozio "Sapori genuini", tutti siti in Villabate e controllati, attraverso dei prestanome dal boss D'Agati. Il valore complessivo delle attività ammonterebbe a circa 12 milioni di euro. I militari, attraverso le intercettazioni hanno inoltre verificato che D'Agati intratteneva intensi rapporti con le famiglie mafiose di New York finalizzati a reinvestire il denaro in terra americana.

Oltre a D'Agati sono stati arrestati: Gioacchino La Franca, nato a Villabate il 14 agosto 1953; Francesco Antonino Fumoso, nato a Palermo il 3 luglio 1967; Giovanni Montaperto, nato a Palermo il 2 luglio 1975; Maurizio Cuppari, nato a Palermo il 24 giugno 1970; Marcello Caracappa, nato a Palermo il 2. febbraio 1969; Maurizio Di Peri, nato a Palermo il 19 settembre 1976; Davide Di Peri, nato a Palermo il 18 luglio 1978; Fabio Ribera, nato a Palermo il 24 giugno 1977; Salvatore Arena, nato a Catanzaro il 21 ottobre 1960; Marco Arena, nato a Palermo il 2 giugno 1985 e Gianpiero Alaimo, nato a Palermo il 14 giugno 1975.

Secondo quanto verificato dai militari, nonostante la famiglia mafiosa di Villabate riuscisse ad ottenere il pizzo da diversi soggetti, aveva vissuto comunque alcune situazioni di difficoltà. Secondo quanto riferito in una conversazione telefonica da Giovanni Montaperto, infatti, "a causa" delle operazioni di polizia finalizzate al contrasto del fenomeno mafioso, lo stesso Montaperto non riusciva a insistere in maniera decisa con i commercianti, che avevano iniziato a manifestare maggiori resistenze. Testualmente Montaperto aveva esclamato "Ai cristiani oggi ci si legge negli occhi che si vogliono fare sbirri".

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