sabato 7 febbraio 2009

Camorra, confermati gli ergastoli ai Casalesi

MAFIA & COMPLICI " Cosca dei Pidocchi "
Camorra, confermati gli ergastoli ai Casalesi

FUORIRIGA

Dopo lo straordinario successo della scorsa edizione Fuoririga, venerdì prossimo primo agosto torna in edicola, in allegato col Giornale di Sicilia, con un nuovo sconvolgente “speciale verità” sulla Mafia Agrigentina.

Una rivista di 124 pagine a colori, con storie, inchieste, interviste, reportage, tutto sulla mafia agrigentina e d'esportazione. Nello speciale "Fuoririga", diretto dal cronista del “Giornale di Sicilia” Gero Tedesco, retroscena e foto esclusive della caccia al superlatitante di Campobello Giuseppe Falsone. Putrone Life Style: le nuove straordinarie foto dell’ex boss empedoclino durante la latitanza. Tutti i particolari mai raccontati del blitz “Scacco Matto”. Un viaggio in Germania con le immagini mai viste del killer realmontino Joseph Focoso. Parla il narese Sardino: “Ecco perché ho deciso di pentirmi”. Inchiesta sul carcere duro: i nomi e i paesi dei boss al 41 bis. Clan favaresi in tilt: litigi e guerriglia all’interno delle cosche. Padrini e Potenti: 14 ritratti inediti dei capimafia storici. Cosa Nostra e Stidda: i racconti di una guerra dimenticata.







sei una nullita'
hai rovinato sant'angelo muxaro
Anonymous - 12:55 AM - Jul. 22, 2008
Cosi commentava anonimamente una bestia di Sant'Angelo Muxaro , diamo una risposta alla bestia.



X LA "BESTIA" SANTANGELESE






Caro/a Lampa-Dina

o Lampi-One

La vera NULLITA’ sei te è tutta la tua origine meschina e primitiva razza inutile insignificante sulla faccia della terra , il tuo commento mette in evidenza quanto sei “BESTIA” perché solo una “BESTIA” come te può dire che ho rovinato Sant’Angelo MUXARO .

Il paese come tu sai “BESTIA” che non sei altro/a è stato ripulito di tanta “Lurdia” di vermi inutili criminali ASSASSINI .

Oppure lasciami dire sei la moglie , fratello o sorella o un figlio o una figlia di questi PIDOCCHI??? ( Cosca dei pidocchi )
Il giudizio è in mano ai giudici, a Dio e a Sant’Angelikus con buono augurio di farli marcire e impazzire all’interno delle carceri…perché certa feccia, sporcizia e lurdia-munnizza come loro va incenerita perché dannosa per la gente civile e onesta .

la tua è ignoranza congenita.

La mattina utilizzi l’acqua della condotta fognaria per pulirti la faccia da “CAZZO” che hai…a pranzo sterco di pecora e a cena i resti che hanno lasciato i vermi come te.

Il tuo cervello di pollo non si è ancora sviluppato , ma prometti bene….hai bisogno una bella tirata al collo e poi essere “SPENNATO” .

In questi anni hai fatto progressi sono passati 3183 giorni dall’assassinio di mio FRATELLO e sei riuscito/a a scrivere dopo oltre 8 anni che ho rovinato Sant’Angelo Muxaro ….non ti sembrano un po’ pochino “BESTIA” incivile che non sei altro….dimmi se 2 metri di corda ti bastino per “IMPICCARTI” come hanno fatto altre “BESTIE” come te…se non ci riesci ti do una mano io , fammelo sapere.

P.S: Angelo Vaccaro Notte quando scrive si firma non si nasconde dietro l’anonimato come fai te!! “BESTIA”

Altri commenti collegati alla bestia Santangelese


PER ANONYMOUS DI SANT'ANGELO MUXARO
A san'angelo la pensano tutti come te????
Affucati KURNUTO o e meglio se ti dico ZOCCOLA.
Anonymous - 12:03 PM - Jul. 22, 2008
per la bestia
Parla e scrivi a titolo personale.
Grazie a ANGELO VACCARO NOTTE questo paese è stato ripulito da tanta feccia che per decenni a infagato la gente per bene di San'Angelo.

Come ti dice Angelo sei una "VERA BESTIA"
accetta il suo consiglio "IMPICCATI".
I SANTAGELESI onesti ringraziano
G.T Milano
Anonymous - 12:37 PM - Jul. 22, 2008
X LA "BESTIA" di san'angelo
Soffri di disturbi mentali.
Vatti a ricoverare o forse e meglio se ti fai sbattere in carcere pure tu essere complice di criminali assassini vuol dire vivere in mezzo agli animali.
Vai affanculo bestia santangelese

fofò (PA)

Anonymous - 12:51 PM - Jul. 22, 2008
per la bestia
Parli di nullità quando la vera nullità sei tu.
Un uomo si firma... un verme no...
Ti sfido ovunque e dounque , per me sei una virgola inutile messa per caso in un'intera biblioteca.

Se hai i coglioni ma non li hai vorrei prendermi un caffè con te in una stanza chiusa buttiamo le chiavi e poi parliamo un pò , ti prometto che quella faccia da cazzo che hai ne farò "FOTOCOPIE" .
Non bisogna sentirsi forti perchè si è in tanti armati e sparare alle spalle e fare il mafioso dei miei coglioni.
Hai capito BESTIA
KAMIKOS - 01:11 PM - Jul. 22, 2008
La Bestia e una donna
Credo che si tratti di una femminuccia e magari in carenza di cazzo sta cornificando il marito cornuto,il rimorso la fà vaneggiare!!!
Sarà quella che fa chiesa e cazzi o quella che si fa per dire lavora al comune???
Vergognatevi bestie non rompete i coglioni alla gente per bene.
Bisogna essere bestie ma cosi si oltrepassa ogni limite della decenza .
sal.
Anonymous - 02:01 PM - Jul. 22, 2008
X LA "BESTIA" santangelese
Se sei donna sei una puttana ,ma se sei un uomo ancora peggio un babaluciu un vero babaluciu lento e con le corna.
Con quale faccia da minchia ti permetti di dire che angelo ha rovinato sant'angelo.
vatti ammazzare demente atrofizzato che minchia ci fai in società o vivi in uno stato comatoso.
prendi mezzo litro di benzina e datti fuoco ,un litro sarebbe troppo per una nullità come te.
Muccarusu o Sbavusata levati dai coglioni che a santangelo la gente come te non serve.
ammazzati

Anonymous - 06:18 PM - Jul. 22, 2008
x la bestia
a sant'angelo un motto dice ( piglia di ncapu comu i buttani) brava la bestia , su vai a fare a buttana vai vai va sucala o beccu.

g.m


Anonymous - 06:40 PM - Jul. 22, 2008
X LA "BESTIA" di san'angelo
Come mai quando viene in paese Angelo vi viene la diarrea e sparite dalla circolazione , incominciate a balbettare e tremare per almeno dieci giorni avete la febbre alta e diventati latitanti?

XXX67
Anonymous - 06:52 PM - Jul. 22, 2008
BESTIA santangelese
Veramente e un detto siciliano che dice: piglia di ncapu cumu i bagasci.
(Ma sempre di puttane si tratta)
scusate la mia correzione

cat. alf
Anonymous - 07:00 PM - Jul. 22, 2008
Camorra, confermati gli ergastoli ai Casalesi

Lo ha deciso la prima sezione della Corte d'Assise di Appello di Napoli nell'aula bunker Ticino uno di Poggioreale. Le condanne a vita riguardano in particolare Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti







Napoli, 19 giu. (Adnkronos) - Confermato l'ergastolo per i 16 boss del clan dei Casalesi, condannati già in primo grado nel processo 'Spartacus'. La sentenza e' stata emessa dalla prima sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli, presieduta da Raimondo Romeres.

Al termine di quattro giorni di camera di Consiglio, dunque, i giudici della Prima Corte d'Assise d'Appello di Napoli accolgono le richieste di ergastolo formulate dal pm, chiudendo il maxi processo nell'aula bunker Ticino uno di Poggioreale. Le condanne al carcere a vita riguardano tutti i boss del clan, in primis Francesco Schiavone, detto 'Sandokan', e Francesco Bidognetti, ma anche Antonio Iovane e Pasquale Zagaria, i due latitanti che al momento guidano i Casalesi.

Nell'ambito del processo, che riguarda, tra l'altro 16 omicidi commessi tra il gennaio 1998 e l'ottobre 1991, è stato confermato l'ergastolo anche per Giuseppe Caterino, Cipriano D'Alessandro, Enrico Martinelli, Sebastiano Panaro, Giuseppe Russo, Francesco Schiavone, Walter Schiavone, Luigi Venosa, Vincenzo Zagaria e Alfredo Zara, oltre che per i due latitanti Mario Caterino e Raffaele Diana.

Soddisfatto il pg Francesco Iacone, che ha sottolineato come le attenuanti generiche siano state concesse solo a chi ha confessato, e soddisfatto si è detto anche Roberto Saviano, l'autore di ' 'Gomorra'', il best seller che ha puntato i riflettori sul sanguinario clan di Casal di Principe, secondo cui si è trattato di una vittoria dello Stato.

"La conferma delle condanne per i clan camorristici è un fatto importante. Importante per i cittadini di Casal di Principe e di tutta la Campania, importante per quanti in Italia si battono per l'affermazione della giustizia e della legalità, importante per la giustizia che riafferma la sua capacità di essere efficace contro la criminalità", ha affermato il segretario del Pd Walter Veltroni.




Mafia:boss e massoni

insieme per ritardare i processi







PALERMO (Reuters) - Un accordo tra mafia e massoneria per ritardare i processi ai boss: è quanto hanno scoperto i carabinieri di Trapani e Agrigento che questa notte hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone accusate tra l'altro di corruzione in atti giudiziari e concorso esterno in associazione mafiosa.

A darne notizia fonti investigative, che hanno spiegato che fra le persone arrestate ci sono anche un agente della polizia di Stato, un ginecologo di Palermo e un dipendente del ministero della Giustizia impiegato in una cancelleria della Cassazione.

L'operazione, chiamata Hiram, scaturisce da indagini iniziate nel 2006 sulle cosche mafiose di Mazara del Vallo e Castelvetrano, nel Trapanese.

Fonti investigative hanno spiegato che a beneficiare dei ritardi dei processi, oltre che i boss, sarebbe stato anche il ginecologo palermitano, accusato di violenza sessuale.

I provvedimenti, emessi dal gip Roberto Conti su richiesta del capo della procura di Palermo Francesco Messineo, del procuratore aggiunto Roberto Scarpinato e del sostituto procuratore della Dda di Palermo Paolo Guido, sono stati eseguiti dal comando provinciale dei carabinieri di Agrigento e Trapani.

Le accuse sono di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, peculato, accesso abusivo in sistemi informatici giudiziari e rivelazione di segreti d'ufficio.





09:47 PM - Wednesday 7 May 2008 - commenti {0} - Invia un commento
CAMORRA 64 ARRESTI


liliumjoker

CAMORRA
MOGLIE BOSS
COLLABORA, 64 ARRESTI







CASERTA - Maxi operazione anti-camorra nel casertano: 64 le ordinanze di custodia cautelare in corsa di esecuzione da parte dei
carabinieri del comando provinciale di Caserta, della squadra mobile di Caserta e della Dia contro esponenti del clan dei Casalesi, nell'ambito di un'operazione definita 'Domizia', coordinata dalla Direzione distrettuale atimafia di Napoli, che si svolge nella zona compresa tra Castelvolturno e Villa Literno. Decisiva ai fini dell' operazione e' stata - secondo quanto si e' appreso - la collaborazione con la giustizia della moglie del boss Francesco Bidognetti. Anna Carrino, 47 anni, da alcuni mesi sta collaborando con gli inquirenti. La moltiplicazione delle operazioni condotte con successo recentemente dalle forze dell' ordine contro la potente organizzazione camorristica del casertano sarebbe stata resa possibile proprio dalle informazioni fornite dalla donna

Nell'indagine sono coinvolti personaggi di spicco del clan camorristico - costituito dai gruppi Bidognetti e Tavoletta - gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni, porto e detenzione illegale di armi, traffico di sostanze stupefacenti e illecita concorrenza. I destinatari delle ordinanze di custodia cautelare sono gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni, porto e detenzione illegale di armi, traffico di droga, illecita concorrenza.

Le indagini - coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ed affidate ai pm Francesco Curcio e Marco Del Gaudio - sono state condotte da carabinieri e polizia e sono scattate agli inizi del 2000, dopo l'omicidio di Luigi Petrella, avvenuto a Castelvolturno (Caserta) alla fine del 1999. L' uomo fu ucciso perche' erroneamente ritenuto dal clan dei casalesi responsabile della cattura da parte delle forze dell'ordine,del latitante Giuseppe Dell'Aversano, soprannominato 'Peppe 'o diavolo'






DROGA, RACKET, VIDEOPOKER

GLI AFFARI DEI CASALESI

Le attivita' criminali dei casalesi vanno dalle estorsioni al traffico di droga, al monopolio della gestione dei videopoker in bar e sale giochi. Gli investigatori hanno ricostruito numerose estorsioni a danno di commercianti ed imprenditori del litorale domitio. Nel mirino era finita anche la clinica ''Pinetagrande'' di Castel Volturno. Il 7 giugno 2005 carabinieri e polizia di Caserta fecero scattare una prima operazione eseguendo 40 ordinanze della Dda di Napoli nei confronti di altrettanti affiliati al clan, per il reato di estorsione aggravata. L' altro filone investigativo ha riguardato il traffico di droga affidato dal clan ad alcuni affiliati specializzati. In questo ambito sono stati scoperti ed arrestati i presunti responsabili di alcuni omicidi e tentati omicidi, tra i quali quello di Petrella, e sono stati catturati tre latitanti di spicco Aniello Bidognetti, figlio del capo clan Francesco, detto ''Cicciotto 'e mezanotte'', uno degli arrestati di questa notte, Giuseppe Setola e Franceasco Di Maio. Arrestati anche i pregiudicati Alessandro Cirillo e Francesco Cerullo, per favoreggiamento. Altro settore delle indagini ha riguardato la concorrenza illecita - alla quale si dedicava secondo l'accusa soprattutto il gruppo dei Tavoletta - nella gestione dei videopoker. Il gruppo aveva acquisito una societa', divenuta poi, grazie a minacce ed intimidazioni nei confronti dei concorrenti, l'unica referente sul litorale domiziano per la fornitura delle apparecchiature. Gli investigatori hanno anche ricostruito alcuni episodi criminali riconducibili alla faida scoppiata tra gli uomini di Bidognetti ed i Tavoletta-Cantiello per il predominio sul territorio del litorale Domitio. Il gruppo Bidognetti si e' reso responsabile di aggressioni armate e pestaggi nei confronti di piccoli pregiudicati locali dediti a furti e rapine.

01:20 PM - Thursday 17 April 2008 - commenti {0} - Invia un commento

Mori e Obinu rinviati a giudizio

Secondo il gup di Palermo, i due alti ufficiali avrebbero favorito la fuga di Provenzano. Il procedimento nasce da un'inchiesta per il mancato arresto del boss nelle campagne di Mezzojuso
PALERMO - Il Gup di Palermo, Mario Conte, ha rinviato a giudizio per favoreggiamento aggravato dall'avere agevolato la mafia il prefetto Mario Mori e il colonnello dei carabinieri, Mauro Obinu.



Il processo a Mori e Obinu comincerà il 18 giugno davanti ai giudici della quarta sezione del Tribunale di Palermo. All'epoca dei fatti Mori era vice comandante operativo del Ros; mentre Obinu era comandante del reparto criminalità organizzata del Raggruppamento.

Il procedimento nasce dalle dichiarazioni del colonnello dell'Arma Michele Riccio che accusò i colleghi di avergli impedito il blitz del 31 ottobre 1995 a Mezzojuso, nel Palermitano, che avrebbe potuto portare all'arresto di Bernardo Provenzano.

Prendiamo atto del rinvio a giudizio del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, oggi disposto dal gup di Palermo, con la certezza di potere fare emergere nel processo l'inconsistenza della tardiva accusa proveniente da un soggetto riconosciuto mentitore da diverse autorità giudiziarie del Paese e, quindi, l'assoluta estraneità degli ufficiali del Ros agli addebiti contestati già evidente sin dall'inizio".

Lo dicono gli avvocati Piero Milio ed Enzo Musco, legali del prefetto Mario Mori e del colonnello dei carabinieri, Mauro Obinu, rinviati a giudizio dal gup di Palermo per favoreggiamento aggravato dall'avere agevolato la mafia.

'Ndrangheta, arrestato presunto killer di Cavallo
Crotone, 9 apr. (Adnkronos/Ign) - Un giovane di 20 anni, Andrea Corrado, è stato fermato dagli uomini della squadra mobile di Crotone perché ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio di Giuseppe Cavallo, ucciso il 25 marzo scorso nella frazione di Papanice. Un omicidio maturato in risposta all'assassinio, il 22 marzo, di Luca Megna, figlio del boss della cosca omonima.

Affiliato alla cosca Megna, Corrado risulta avere solo piccoli precedenti per detenzione di attrezzi atti allo scasso. I poliziotti lo hanno trovato ieri pomeriggio intorno alle 18.30 nella frazione Papanice, lo cercavano dal giorno del delitto perché in possesso di elementi tali che riconducevano il giovane all'esecuzione dell'omicidio. Gli inquirenti ritengono che si tratti di un'azione d'impeto, decisa dal clan, per dare subito una risposta ai presunti autori e mandanti dell'omicidio di Luca Megna. Giuseppe Cavallo era infatti un affiliato alla cosca Russelli.

Non è ancora stata trovata l'arma del delitto, i periti stanno effettuando i rilievi balistici per ottenere il maggior numero di elementi utili possibile. Sembra però che le armi usate siano più di una, il che porterebbe ad ipotizzare la presenza di almeno un'altra persona sul luogo dell'omicidio. Su questo aspetto gli inquirenti osservano un riserbo assoluto, parlando solo di ipotesi ancora da riscontrare.

L'arresto odierno si inserisce nel più ampio contesto investigativo di contrasto alle frange della cosca dei 'Papaniciari', contrapposte in un cruento conflitto che ha visto alla vigilia di Pasqua, l'omicidio di Luca Megna, il ferimento della moglie Daniela Carcea e della figlia Gaia Megna, attualmente ricoverata in gravissime condizioni. Un agguato cui sono seguiti l'assassinio di Cavallo e di Francesco Capicchiano, ucciso ad Isola Capo Rizzuto il 27 marzo.

Sono in corso a Papanice e Crotone numerose perquisizioni a carico di appartenenti alla cosca, con l'ausilio di sofisticate attrezzature utilizzate da personale del Servizio Polizia Scientifica presente a Crotone.



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Mafia, De Gregorio indagato per riciclaggio







Secondo quanto riferiscono alcuni quotidiani il senatore Sergio De Gregorio sarebbe indagato per concorso in esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio. Noto soprattutto per il ribaltone fatto all'inizio della legislatura (da Italia dei Valori al centrodestra col suo movimento "Italiani nel mondo"), che gli permise di ottenere la presidenza della commissione Difesa del Senato, De Gregorio era già stato al centro di indagini della finanza, sempre per riciclaggio, ma in Campania e per corruzione nel Lazio. Questa volta l'inchiesta è condotta dalla Dda di Reggio Calabria e riguarda il presunto ruolo di mediatore che il parlamentare avrebbe svolto per conto della cosca Ficara per l'acquisto della caserma dell'esercito Mezzacapo.

I Ficara si sarebbero rivolti a De Gregorio, candidato nelle liste del Pdl, per le sue conoscenze negli ambienti militari perché facesse in modo che la vendita del plesso in cui è ubicata la caserma, che ha un notevole pregio storico, andasse in porto.

Negli atti dell'indagine si fa riferimento ad una cena cui avrebbe partecipato De Gregorio insieme ad altri esponenti politici, affiliati alla cosca Ficara ed imprenditori in un locale pubblico di Reggio Calabria. L'incontro sarebbe stato documentato, con alcune riprese filmate, da alcuni carabinieri in borghese seduti al tavolo accanto a quello in cui si trovava De Gregorio. La Dda di Reggio Calabria non ha voluto commentare la pubblicazione della notizia.

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Arrestato un killer della mafia, fedelissimo di Totò Riina
Arrestato un killer della mafia, fedelissimo della famiglia di Totò Riina. L'arresto è avvenuto dopo che la Cassazione ha confernato la condanna a 17 anni del giovane corleonese Antonino Leoluca Bruno perché accusato di aver partecipato all'organizzazione dell'uccisione di Giuseppe e Giovanna Giammona e del marito di quest'ultima Francesco Saporito. Delitti per i quali è già stato condannato all'ergastolo Giovanni Riina, il figlio maggiore del boss Totò.

In seguito alla conferma definitiva della pena per concorso in omicidio plurimo aggravato, i carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito l'ordine di carcerazione che ha portato Bruno all'Ucciardone per finire di scontare la condanna.

I tre delitti vennero commessi nel 1995 su richiesta del figlio di Riina. Per questi omicidi Salvuccio Riina, l'altro figlio del capomafia, tornato in libertà da pochi mesi, era stato condannato in primo grado, ma poi assolto in appello.
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Cosa nostra, avvocato
arrestato per favoreggiamento
Gaetana Maniscalchi, detta Lucia, di 37 anni, ex presidente del consiglio comunale di Naro, è stata fermata nell'ambito dell'inchiesta sulle persone che avrebbero favorito la latitanza del capomafia Giuseppe Falsone, ritenuto il boss più importante ad Agrigento. In manette altre due persone







AGRIGENTO - Agenti della Squadra mobile di Agrigento hanno arrestato a Palermo un'avvocatessa, Gaetana Maniscalchi, detta Lucia, di 37 anni, perchè accusata di favoreggiamento aggravato nei confronti della mafia. La donna è dipendente dell'Ast (Azienda siciliana trasporti).

L'arresto rientra nell'inchiesta sui favoreggiatori del boss mafioso latitante Giuseppe Falsone, ritenuto il capo di Cosa nostra ad Agrigento. L'indagine è condotta anche dagli agenti della Squadra mobile di Palermo. Ha portato ad altri due arresti effettuati a Naro, piccolo centro a 16 chilometri da Agrigento. In carcere per associazione mafiosa e favoreggiamento sono finiti Giuseppe Sardino, di 45 anni e il pensionato Vincenzo Vellini, di 75 anni.

L'avvocato Maniscalchi è accusata di aver comunicato a Giuseppe Sardino l'esistenza di indagini in corso sul suo conto, nell'ambito delle ricerche sul latitante mafioso Giuseppe Falsone, ricercato dal 1999. I tre provvedimenti cautelari sono stati firmati dal gip Pasqua Seminara, su richiesta dei sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Fernando Asaro e Costantino De Robbio.

Secondo gli inquirenti Sardino e Vellini, entrambi arrestati stamani a Naro, avrebbero favorito la latitanza del capomafia agrigentino, ospitandolo anche in alcuni casolari di campagna. La polizia di Stato sta effettuando numerose perquisizioni.

L'avvocato Gaetana Maniscalchi, 37 anni, è stata presidente del consiglio comunale di Naro, un paese in provincia di Agrigento, e candidata a sindaco del centrodestra nelle ultime elezioni amministrative del 2004. La Maniscalchi, sostenuta da Forza Italia e An, era stata sconfitta da Maria Grazia Brandara, esponente dell'Udc. Il legale lavorava inoltre, con un contratto a progetto, nell'ufficio di presidenza dell'Ast, l'Azienda siciliana trasporti.

L'avvocato Maniscalchi avrebbe rivelato l'esistenza di indagini volte alla cattura del boss latitante Giuseppe Falsone a Giuseppe Sardino, arrestato stamani dalla polizia. Quest'ultimo è un ex consigliere comunale di An di Naro ed è ritenuto dagli inquirenti l'uomo che avrebbe favorito la latitanza del capimafia agrigentino. Stamani, infatti, la polizia ha scoperto a circa 150 metri dalla sua abitazione il covo in cui si sarebbe rifugiato Falsone nell'ultimo periodo.

Si tratta di un casolare in cui la polizia ha trovato armi ed esplosivo, ma anche provviste e della carne conservata in frigo. L'edificio era protetto da telecamere a circuito chiuso e il boss aveva la possibilità di vedere chi arrivava dall'esterno. Gli investigatori hanno trovato pure una parrucca. L'avvocato Maniscalchi ha appreso le notizie da fonti che conoscevano bene le indagini sull'agrigentino. La donna, infatti, dopo esserne venuta a conoscenza ha informato subito Sardino dell'inchiesta in corso. La procura e la squadra mobile di Agrigento e Palermo stanno accertando l'identità della fonte dell'avvocatessa.

08/04/2008




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Antimafia
07.04.2008
Antimafia, 40 arresti a Crotone nell'operazione 'Eracles'




Smantellate dalla Polizia di Stato le strutture di vertice delle cosche appartenenti alla 'ndrangheta nella provincia calabrese



Una vasta operazione antimafia nel crotonese ha visto impegnati 300 uomini della Polizia di Stato nell’esecuzione di oltre 40 provvedimenti restrittivi e numerose perquisizioni domiciliari contro appartenenti alle famiglie mafiose più influenti della zona.
Il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, le Squadre Mobili di Crotone e di Catanzaro hanno inferto un duro colpo alle organizzazioni mafiose attive nel crotonese. L’impegno degli investigatori ha portato all’arresto di numerosi esponenti di spicco delle cosche della ‘ndrangheta, determinando lo smantellamento delle loro strutture di vertice.
L’operazione costituisce la prima fase di intervento a seguito dei recenti episodi riconducibili a contrasti sorti all’interno dei clan della ‘ndrangheta del luogo.
Le indagini hanno consentito di delineare le strutture e le strategie dei gruppi criminali, definendo i loro rapporti con il gruppo Megna di Papanice, capitanato da Luca Megna, ucciso in un agguato nei giorni scorsi ed hanno permesso, tra le altre cose, di individuare precise responsabilità negli omicidi di Francesco Gallo e Leonardo Covelli, uccisi nel maggio e nel novembre 2000 a Crotone.
L’imponente operazione antimafia, ancora in corso, colpisce soggetti ritenuti responsabili di associazione mafiosa, omicidi, estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti ed altri gravi reati ed infligge un duro colpo alla ‘ndrangheta, destrutturando i clan dominanti nella provincia di Crotone e precisamente quelli dei Vrenna, Corigliano e Bonaventura, gruppi egemoni nel capoluogo, con l’arresto dei loro principali esponenti.
Numerose le estorsioni che le organizzazioni mafiose locali esercitavano, anche in forma violenta, nei confronti di imprenditori del settore edile e di titolari di esercizi commerciali.

L’operazione ha interessato anche l’Emilia Romagna e il Lazio, luoghi di sostegno dei clan crotonesi colpiti dagli arresti, dove appartenenti ai clan si erano insediati tra Bologna e Reggio Emilia con il compito di approvvigionare il mercato della droga in quelle province.
Nel corso delle indagini sono emerse responsabilità anche in relazione ad atti intimidatori posti in essere nei confronti di alcuni poliziotti della Questura di Crotone. Sono stati individuati, inoltre, 3 arsenali a disposizione dei clan, con il conseguente sequestro di numerose armi da guerra ed esplosivo.
Alcuni degli arrestati sono risultati in rapporti strutturali con il gruppo capeggiato da Luca Megna, ucciso nei giorni scorsi in un agguato mafioso nel Comune di Papanice. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi figurano anche esponenti del clan Russelli, questi ultimi legati da vincoli di parentela con Giuseppe Cavallo ucciso nei giorni scorsi a Papanice.

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Mafia, Lumia ricorda
il maresciallo Guazzelli




"Abbiamo il dovere morale di ricordare coloro che nell'adempimento del proprio dovere non hanno esitato a rischiare la vita, spesso perdendola, per puro spirito di servizio verso le Istituzioni della Repubblica italiana e per amore della giustizia.






Il maresciallo Guazzelli fu un integerrimo e generoso servitore dello Stato e rientra nella, purtroppo, numerosa schiera di coloro verso i quali il nostro debito di gratitudine, attraverso un puntuale e non rituale esercizio della memoria, non si estinguerà mai". Lo ha affermato il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia, Giuseppe Lumia, ricordando Rosario Guazzelli, maresciallo dei carabinieri, comandante del nucleo di polizia Giudiziaria, ucciso ad Agrigento il 4 aprile 1992. Aveva condotto indagini molto importanti collaborando con il giudice Rosario Livatino.-->

01:11 PM - Friday 4 April 2008 - commenti {0} - Invia un commento
"Perchè Cuffaro ha ancora la scorta?"


Il sindacato di polizia della Cgil denuncia: "Vogliamo sapere per quale motivo l'ex governatore, condannato in primo grado a cinque anni per avere favorito singoli mafiosi, ancora oggi sia scortato da agenti della polizia dello Stato e sia tutelato alla stessa maniera del procuratore nazionale Piero Grasso"







PALERMO - "Vogliamo sapere per quale motivo Salvatore Cuffaro, condannato in primo grado a cinque anni per avere favorito singoli mafiosi e dimessosi subito dopo da presidente della Regione siciliana, ancora oggi sia scortato da agenti della polizia dello Stato e sia tutelato alla stessa maniera del procuratore nazionale Piero Grasso e dei tanti magistrati che lottano ogni giorno contro Cosa nostra e rischiano la vita". Lo denuncia il segretario nazionale del Silp per la Cgil, Federico Schillaci, che ha posto la questione davanti a circa 150 poliziotti che stamattina si sono riuniti in assemblea nella sede della Questura di Palermo.

Secondo il sindacato di polizia della Cgil, il mantenimento della scorta a Cuffaro "crea confusione e disorienta l'opinione pubblica, che non capisce perchè un politico condannato per un reato grave, anche se bisogna attendere gli altri due gradi di giudizio prima di trarre conclusioni definitive, debba avere la scorta così come i magistrati e gli imprenditori che denunciano il racket del pizzo". Schillaci chiede al governo "di fare chiarezza sulla vicenda e sul perchè viene mantenuta la scorta a Cuffaro sebbene non sia più il presidente della Regione".

A scortare l'ex governatore sono gli agenti dell'ufficio speciale della polizia dello Stato, che si trova all'interno di Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana. Nell'ufficio operano una sessantina di poliziotti, una decina dei quali impegnati nel servizio scorta, che spetta ai presidenti della Regione siciliana. L'ufficio di ps non dipende dalla Questura di Palermo, ma direttamente dal ministero
degli Interni.

12:59 PM - Friday 4 April 2008










HACKERS & PIDOCCHI





Mi scuso con i fedeli frequentatori del sito ma purtroppo in questi giorni il sito ha ricevuto diversi attacchi degli hackers meglio conosciuti come PIDOCCHI, ma io credo che si tratta dei figli dei pidocchi.

Sto cercando di ripristinare in parte l’archivio e memoria del blog Cosca Dei Pidocchi che a mio dire credo che sta dando parecchio fastidio ai Pidocchi e non solo…









PROCESSO SICANIA



Diviso in due tronconi il processo scaturito dall'operazione antimafia denominata "Sicania 2" ha ha consentito

di scoprire i responsabili di alcuni delitti perpetrati nell'Agrigentino negli anni passati. Degli originari 11

imputati, 4 hanno optato per il rito abbreviato, 1 ha patteggiato ottenendo la scarcerazione. E' Alessandro

Vella, 30 anni, condannato a 11 mesi di reclusione (pena sospesa). Era accusato di detenzione di armi. Rito

abbreviato, invece, per Raffaele Fragapane, di Santa Elisabetta, Pasquale Vella, , di Raffadali, Roberto Vito

D'Alessandro, di Sant'Angelo Muxaro, Vincenzo Licata, di Grotte. Il processo nei loro confronti - che verrà

celebrato davanti al Gup del Tribunale di Palermo, Adriana Piras - comincerà il 23 maggio prossimo. Il 23

aprile, invece, continuerà ad Agrigento il processo nei confronti degli altri 6 imputati che hanno scelto il rito

ordinario: Carmelo Milioto, di Santa Elisabetta, Francesco Leto, di Sant'Angelo Muxaro, Salvatore

Fragapane, di Santa Elisabetta, Stefano Fragapane, di Santa Elisabetta, Giuseppe Fanara, di Santa Elisabetta,

Giuseppe Brancato, di Canicattì




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Processo talpe Dda, a Palermo arriva la condanna per il maresciallo dei carabinieri accusato di concussione e violazione di segreto d'ufficio





PALERMO - I giudici della seconda sezione del tribunale di Palermo hanno condannato a dieci anni di carcere il maresciallo dei carabinieri Antonio Borzacchelli, ex deputato regionale dell'Udc, accusato di concussione, tentativo di concussione e violazione di segreto d'ufficio nell'ambito del processo nato dall'inchiesta sulle talpe alla Dda di Palermo.

I pm Maurizio De Lucia e Nino Di Matteo avevano chiesto la condanna dell'imputato a 13 anni di reclusione. Il 18 gennaio scorso era arrivata la condanna per il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, dichiarato colpevole per favoreggiamento semplice e rivelazione di segreto d'ufficio e condannato a 5 anni di reclusione.

Borzacchelli è stato assolto soltanto da uno dei capi di imputazione quello relativo alla tentata concussione e condannato per tutti gli altri reati riuniti sotto il vincolo della continuazione. I giudici hanno condannato il maresciallo anche all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Secondo gli inquirenti, l'imputato, abusando della sua funzione e della carica di deputato dell'Ars, avrebbe indotto il manager della sanità privata palermitana, Michele Aiello, condannato nell'ambito della stessa indagine a 14 anni di carcere per associazione mafiosa, a dargli del denaro e avrebbe cercato di farsi intestare quote della società di diagnostica di cui l'imprenditore era titolare. Aiello si è costituito parte civile nel processo al sottufficiale dell'Arma. Borzacchelli è stato condannato a versargli 25mila euro a titolo di risarcimento del danno.

L'imputato, inoltre, avrebbe informato il manager delle dichiarazioni fatte sul suo conto, agli investigatori, dal pentito Salvatore Barbagallo e avrebbe comunicato al presidente della Regione Salvatore Cuffaro notizie riservate su indagini, condotte dal maresciallo del Ros dei carabinieri Giorgio Riolo, riguardanti il capomafia palermitano Giuseppe Guttadauro.

Il processo, come hanno sottolineato i pm Maurizio De Lucia e Nino Di Matteo durante la requisitoria, "ha fatto emergere le gravi responsabilità del carabiniere". I pm hanno però evidenziato che, allo stesso tempo, "sono stati altri militari dell'Arma, quelli del Nucleo operativo del colonnello Gianmarco Sottili, che con grande professionalità, incisività, efficacia e onestà intellettuale, senza guardare in faccia a nessuno, hanno squarciato il velo che copriva una verità così scomoda".


01:13 AM - Saturday 29 March 2008 - commenti {0} - Invia un commento
Cosche dell'Agrigentino.
Inflitti cinque ergastoli





AGRIGENTO. Cinque ergastoli sono stati inflitti, dalla Corte d'Assise presieduta da Luigi D'Angelo, ad altrettanti presunti boss dell'agrigentino. Sono Salvatore Fragapane di Santa Elisabetta, Calogero Castronovo e Giuseppe Brancato di Agrigento, Giuseppe Putrone di Porto Empedocle e Filippo Sciara di Siculiana. Assolto invece Giuseppe Fanara di Santa Elisabetta. Gli imputati erano accusati di diversi omicidi, fra cui quello dell'imprenditore e presidente dell'Akragas calcio Gaetano Russello, ucciso il 9 luglio del 1992, commessi fra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta

11:11 PM - Friday 28 March 2008 - commenti {0} - Invia un commento


liliumjoker



02:44 PM - Jul. 26, 2008

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