Sono imprenditori, commercianti e artigiani. Attraverso false fatture incassavano finanziamenti non dovuti: a smascherarli la Guardia di finanza di Castelvetrano
MARSALA. Il giudice delle udienze preliminari di Marsala ha rinviate a giudizio otto persone, tra imprenditori edili e alberghieri, commercianti e artigiani, accusati di truffa ai danni dello Stato attuata sfruttando la legge 488 del 1992. Una normativa che prevede contributi per lo sviluppo delle aree economicamente depresse del Mezzogiorno. Il procedimento è scaturito da un'indagine della Guardia di finanza di Castelvetrano ed è relativo alla realizzazione di un albergo a Selinunte Belice Mare (da anni in funzione). Agli imprenditori che hanno realizzato l'opera, i fornitori di beni e prestazioni avrebbero rilasciato le «false fatture» necessarie per incassare gli «indebiti» finanziamenti. Contestati, a vario titolo, anche i reati di false dichiarazioni ed evasione fiscale. I rinviati a giudizio sono Giovanni Cascio, di 66 anni, Girolamo Grande, di 59, Eugenio Brillo, di 62, Mario Aldo Brillo, di 58, e Giacomo Fundarò, di 68, tutti di Castelvetrano, nonchè Antonino Titone, di 55, Salvatore Ciaramidaro, di 59, e Girolamo Bartolomeo Castiglione, di 51, di Marsala. Artefici della truffa, secondo l'accusa, sarebbero Cascio, amministratore della Seven Turist, Grande, amministratore della Grande Immobiliare (con Eugenio Brillo) e della Costruzioni immobiliari, Amedeo Brillo, direttore dei lavori della Seven Turist, e Fundarò, amministratore della A.S. Costruzioni.
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