Salutisti e bibite zuccherate: una guerra ancora aperta
In Italia ci aveva provato il ministro della salute Renato Balduzzi, negli Stati Uniti il sindaco di New York, Michael Bloomberg. Ma entrambi sono stati affossati dalle pressioni e dalle proteste dei produttori di bibite zuccherate (attenzione: zuccherate, non gassate!): non toccate (e non tassate) cole, aranciate, chinotti, succhi di frutta e via dicendo. C'era stato anche un contestato spot televisivo a prendere le difese della Coca Cola, regina tra le accusate. Eppure sono ormai tantissime le evidenze scientifiche che spiegano i danni alla salute correlati all'assunzione di questi prodotti e tutto lascia credere che Balduzzi e Bloomberg abbiano perso una battaglia, ma che la guerra resti aperta. Non solo perché questo genere di bevanda è già frenata dalle tasse ed eliminata dalle scuole e dai luoghi pubblici di diversi Stati americani e della Francia. Ma soprattutto perché sempre più pressante è l'appello della comunità medica.
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Le patologie collegare allo zucchero
L'ultima rivincita degli amministratori “salutisti” (ma che in realtà guardano ovviamente anche ai costi dell'assistenza medica) arriva dall'American Heart Association’s, riportata tra gli altri da Time: 180mila morti nel mondo sono collegati all'abitudine di bere bevande zuccherate. L'ampia e dettagliata ricerca unisce studi di diversi Paesi, enti scientifici e medici: lo zucchero contenuto naturalmente o aggiunto nelle bevande aumenta il rischio di morte per attacco cardiaco, diabete e obesità (quest'ultima patologia è collegata anche alle morti per tumore). Se Michael Bloomberg aveva provato a bandire le confezioni più grandi, e il Ministro Balduzzi voleva tassarle per disincentivarne l'acquisto, entrambe le proposte sono state bocciate, oltreoceano in modo clamoroso: tutto bloccato da un giudice la notte prima dell'entrata in vigore. Ma gli effetti sulla salute dello zucchero sono noti da tempo, e quest'ultima pubblicazione per la prima volta conta i danni, e quantifica una vera strage.
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I ricercatori hanno analizzato informazioni raccolte negli ultimi 2 anni e mezzo dal Global Burden of Diseases Study, considerando quanti zuccheri vengono assunti dalla popolazione, e dividendo i dati per età e sesso. Hanno poi calcolato l'impatto sul numero di obesi, sui malati di diabete, sul numero degli attacchi cardiaci e sull'incidenza di alcuni tumori, riuscendo a determinare il collegamento tra queste malattie, l'assunzione di zuccheri e la mortalità, diviso per età e genere.
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