Rapporto reso noto da Legambiente. Ci si ammala di tumore più che a Porto Marghera. E il tasso di crescita è maggiore della media italiana
di VINCENZO CORBINO
di VINCENZO CORBINO
PRIOLO. In aumento le patologie oncologiche nelle aree a ridosso del sito di interesse naturale di Priolo che comprende anche Augusta, Melilli e Siracusa con aumenti netti tra il 1999 ed il 2006 del 2,2 per cento tra i maschi di età compresa tra i 45 ed i 65 anni e del 1,5 per cento tra le donne nello stesso periodo di età. Lo ha confermato lo studio dell'Istituto superiore di sanità presentato nei giorni scorsi nel corso della diciassettesima riunione scientifica annuale dell'associazione italiana sui registri dei tumori. Dati che riferirebbero un nesso di causalità tra l'area industriale e le patologie, come ha evidenziato il responsabile per le aree industriali di Legambiente Sicilia, Enzo Parisi che ha diramato lo studio.
Solo per Priolo dal report si registra un aumento tra il 1999 ed il 2006 di duecento casi di tumori riscontrati tra la popolazione. A fare riflettere è l'aumento medio annuo dell'1,21 per cento delle principali neoplasie che riguardano i polmoni, vescica, colon e mammelle per le donne rispetto alla media dell'1,10 per cento registrata nello stesso periodo nell'area industriale di Porto Marghera. In crescita nei sette anni presi in esame i casi di tumore alla prostata saliti a trentasette casi con una media dell'1,02 per cento, rispetto allo 0,90 che si registra su base nazionale. Sale l'incidenza in paese di neoplasie, considerate a lunga latenza, come i mesoteliomi pleurici, con 4 nuovi casi. Ma la tendenza è destinata a crescere nei prossimi anni.
Secondo il Renam, il registro nazionale dei mesoteliomi, la Sicilia proprio trainata dal triangolo industriale di Priolo, Melilli ed Augusta è stata tra il 1993 ed il 2008 la prima regione nel Meridione per decessi provocati proprio da questa patologia con 521 casi riscontrati davanti ai 497 casi registrati in Campania e 478 della Puglia. Elevata la presenza del tumore al colon retto con quarantasette casi individuati con un indice di rapporto standardizzato di incidenza che si attesta in 1,20, rispetto alla media nazionale fissata in 1,15 per cento. Dai dati emersi si evidenziano anche quindici casi di tumore allo stomaco e trentadue al sistema linfoematopoietico. Complessivamente nell'area del Sin, il sito di interesse nazionale Priolo, istituito dal ministero dell'Ambiente per l'avvio delle bonifiche e la riqualificazione delle aree dismesse sono stati osservati eccessi significativi dell'incidenza di tutti i tumori e di sedici sedi tumorali specifiche, tra cui pancreas, polmone, mesotelioma della pleura, melanoma della pelle, mammella e vescica. Dall'analisi per singolo comune, si è registrata su Melilli un'impennata di casi di tumore al pancreas con dieci nuovi casi ed un incremento dell'1 per cento negli ultimi tre anni. "Dall'analisi è emerso - ha spiegato il responsabile delle aree industriali per Legambiente Sicilia, Enzo Parisi - che nell'area del Sin di Priolo l'incidenza oncologica è in eccesso rispetto al resto della provincia. Si tratta di dati impietosi che dimostrano un aumento delle neoplasie ed il coinvolgimento di una sfera di popolazione sempre più vasta. Chiediamo con forza che vengano attuate le bonifiche e si certifichi con puntualità la qualità e quantità delle sostanze immesse nell'atmosfera da parte degli stabilimenti che operano nell'area industriale".
Solo per Priolo dal report si registra un aumento tra il 1999 ed il 2006 di duecento casi di tumori riscontrati tra la popolazione. A fare riflettere è l'aumento medio annuo dell'1,21 per cento delle principali neoplasie che riguardano i polmoni, vescica, colon e mammelle per le donne rispetto alla media dell'1,10 per cento registrata nello stesso periodo nell'area industriale di Porto Marghera. In crescita nei sette anni presi in esame i casi di tumore alla prostata saliti a trentasette casi con una media dell'1,02 per cento, rispetto allo 0,90 che si registra su base nazionale. Sale l'incidenza in paese di neoplasie, considerate a lunga latenza, come i mesoteliomi pleurici, con 4 nuovi casi. Ma la tendenza è destinata a crescere nei prossimi anni.
Secondo il Renam, il registro nazionale dei mesoteliomi, la Sicilia proprio trainata dal triangolo industriale di Priolo, Melilli ed Augusta è stata tra il 1993 ed il 2008 la prima regione nel Meridione per decessi provocati proprio da questa patologia con 521 casi riscontrati davanti ai 497 casi registrati in Campania e 478 della Puglia. Elevata la presenza del tumore al colon retto con quarantasette casi individuati con un indice di rapporto standardizzato di incidenza che si attesta in 1,20, rispetto alla media nazionale fissata in 1,15 per cento. Dai dati emersi si evidenziano anche quindici casi di tumore allo stomaco e trentadue al sistema linfoematopoietico. Complessivamente nell'area del Sin, il sito di interesse nazionale Priolo, istituito dal ministero dell'Ambiente per l'avvio delle bonifiche e la riqualificazione delle aree dismesse sono stati osservati eccessi significativi dell'incidenza di tutti i tumori e di sedici sedi tumorali specifiche, tra cui pancreas, polmone, mesotelioma della pleura, melanoma della pelle, mammella e vescica. Dall'analisi per singolo comune, si è registrata su Melilli un'impennata di casi di tumore al pancreas con dieci nuovi casi ed un incremento dell'1 per cento negli ultimi tre anni. "Dall'analisi è emerso - ha spiegato il responsabile delle aree industriali per Legambiente Sicilia, Enzo Parisi - che nell'area del Sin di Priolo l'incidenza oncologica è in eccesso rispetto al resto della provincia. Si tratta di dati impietosi che dimostrano un aumento delle neoplasie ed il coinvolgimento di una sfera di popolazione sempre più vasta. Chiediamo con forza che vengano attuate le bonifiche e si certifichi con puntualità la qualità e quantità delle sostanze immesse nell'atmosfera da parte degli stabilimenti che operano nell'area industriale".
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