PALERMO. Sono arrivati da tutta Italia per ricordare Paolo Borsellino, il giudice ucciso dalla mafia il 19 luglio del 1992. E, come ogni anno, a simbolo della loro battaglia per la ricerca della verità sulla strage di via D'Amelio, hanno scelto l'agenda rossa, con il diario del magistrato, scomparsa misteriosamente subito dopo l'attentato. Con il presidio delle Agende rosse - che nel corso di un corteo hanno contestato il presidente Napolitano manifestando solidarietà ai Pm di Palermo che indagano sulla trattativa - hanno preso il via a Palermo le iniziative per ricordare, nel ventennale, l'eccidio di via D'Amelio. «Quando ci sono state le stragi del '92 - racconta Marco, milanese - avevo 18 anni. Mi è sembrato giusto mostrare una reazione civile. Purtroppo il lavoro dei pm è molto difficile perchè hanno a che fare anche con tanti condizionamenti».
Al giudice ucciso il Comune intitolerà l'atrio della biblioteca di Palermo, mentre a tutti quelli nati il 19 luglio del 1992 a Palermo l'amministrazione ha regalato dei block notes con l'elenco di tutte le vittime della mafia dal 1893 a oggi. Sempre per ricordare l'eccidio in cui morirono anche gli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, le agende rosse hanno «scalato» il monte Pellegrino per raggiungere il castello Utveggio, luogo da cui si pensava fino a qualche tempo fa fosse partito il segnale per azionare la bomba. «Il castello Utveggio - ha spiegato Salvatore Borsellino, fratello di Paolo e ideatore del movimento delle agende rosse - è un simbolo visto che sicuramente lì c'era un centro del Sisde. Da lì qualcuno avrà visto la colonna di fumo il 19 luglio 1992 e avrà comunicato a chi di dovere che l'attentato era andato a buon fine».
Per le vie della città, intanto, si snodava il lungo cordone degli scout, organizzato dall'Agesci, dalla Magione a piazza San Domenico, dove il figlio di Borsellino, Manfredi, che oggi fa il commissario di polizia, non è riuscito a trattenere le lacrime mentre leggeva il discorso pronunciato vent'anni fa dal padre in quella stessa basilica per ricordare Giovanni Falcone. L'ultimo appuntamento della giornata alla facoltà di Giurisprudenza per il convegno, organizzato da Antimafia Duemila, sul tema «Trattative e depistaggi: quale stato vuole la verità sulle stragi?» con gli interventi - tra gli altri - di Salvatore Borsellino, Antonio Ingroia, Antonino Di Matteo, Roberto Scarpinato, Domenico Gozzo.
Oggi, anniversario della strage, altre iniziative in via D'Amelio dove un albero d'ulivo raccoglie i messaggi e le testimonianze di solidarietà portate negli anni. Quell'albero e quel luogo, però, secondo la famiglia Borsellino non devono «essere meta di rappresentanti delle istituzioni venuti a portare corone di fiori. Vogliamo che ci siano persone che scelgono di fare memoria». Polemiche che non sono passate inosservate, tanto che Gianfranco Fini, presidente della Camera, farà visita solo in forma privata. Il presidio in via D'Amelio avrà inizio alle 8 dando spazio alle iniziative della società civile e soprattutto ai bambini per i quali sono previsti, dalle 9.30 alle 13, animazione ludica e didattica e percorsi di «Legalità». La giunta distrettuale dell'Anm di Palermo commemorerà il giudice con un convegno alle 11 nell'aula magna del palazzo di giustizia con un incontro aperto dal titolo: «Paolo Borsellino. Venti anni dopo» a cui parteciperanno anche il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano e il presidente della Camera, Gianfranco Fini.
Alle 16.58 ci sarà il minuto di silenzio e Marilena Monti, cantautrice e scrittrice, reciterà «Giudice Paolo». Alle 17.15 sono previsti gli interventi dei familiari di Paolo Borsellino e della scorta. In via D'Amelio arriverà in serata anche la fiaccolata organizzata da Giovane Italia che partirà alle 20 da piazza Vittorio Veneto. Parteciperanno, tra gli altri il segretario del Pdl Angelino Alfano, il coordinatore nazionale Ignazio La Russa, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il vice presidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli e l'ex ministro della Gioventù Giorgia Meloni.
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