Scoperta rete di distribuzione di stupefacenti che partiva dalla provincia di Palermo e giungeva fino a quella di Agrigento.
I pusher palermitani rifornivano sia gli acquirenti provenienti da svariate zona della Sicilia, giunti nel capoluogo per assumere la loro dose "quotidiana", sia altri spacciatori provenienti dal territorio agrigentino, che poi la rivendevano al dettaglio. Le intercettazioni telefoniche hanno confermato i vari incontri ed appuntamenti fra pusher ed assuntori nonché fra pusher "all'ingrosso" e coloro che si occupavano della rivendita al dettaglio.
Come già in precedenti indagini, anche in questo caso è stato riscontrato il tentativo, da parte degli indagati, di eludere eventuali intercettazioni telefoniche, attraverso l'utilizzo di un linguaggio criptico. Così gli incontri per la vendita dello stupefacente diventavano appuntamenti "per un caffè". Da rilevare la circostanza che gli spacciatori spesso conoscevano bene i loro acquirenti, infatti lo stupefacente non veniva venduto a chiunque, ma solo a persone note o che rientravano in un circuito di conoscenze comuni, creando così un meccanismo fiduciario fra venditore ed acquirente.
I pusher palermitani rifornivano sia gli acquirenti provenienti da svariate zona della Sicilia, giunti nel capoluogo per assumere la loro dose "quotidiana", sia altri spacciatori provenienti dal territorio agrigentino, che poi la rivendevano al dettaglio. Le intercettazioni telefoniche hanno confermato i vari incontri ed appuntamenti fra pusher ed assuntori nonché fra pusher "all'ingrosso" e coloro che si occupavano della rivendita al dettaglio.
Come già in precedenti indagini, anche in questo caso è stato riscontrato il tentativo, da parte degli indagati, di eludere eventuali intercettazioni telefoniche, attraverso l'utilizzo di un linguaggio criptico. Così gli incontri per la vendita dello stupefacente diventavano appuntamenti "per un caffè". Da rilevare la circostanza che gli spacciatori spesso conoscevano bene i loro acquirenti, infatti lo stupefacente non veniva venduto a chiunque, ma solo a persone note o che rientravano in un circuito di conoscenze comuni, creando così un meccanismo fiduciario fra venditore ed acquirente.
Operazione "Last trip 2", gli arrestati
I gruppi operanti erano suddivisi nel quartiere Guadagna di Palermo (affidato ai fratelli Alessadro e Gregorio Filippone), a Partinico (affidato a Gioacchino Guida), a Ribera (affidata a Salvatore Giuseppe Failla, Rosario Triolo e Angela Sina Faragone) e a Campobello di Licata (affidata a Salvatore Termini, Giuseppe Melluzza e Ioana Jugaru).
Nel corso delle attività investigative sono stati identificati e segnalati all'Ufficio Territoriale dei Governo circa 70 assuntori.
Questa notte durante la perquisizione, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato nell'abitazione di Salvatore Termini 15 dosi di cocaina per un peso di circa 12 grammi e due bilancini di precisione. La droga oggetto di vendita ed acquisto è risultata per la maggior parte eroina e cocaina.
L'operazione di oggi è la naturale prosecuzione della precedente attività "Last trip", al termine della quale, il 22 giugno 2010, i carabinieri avevano tratto in arresto su ordinanza di custodia cautelare, cinque palermitani ritenuti responsabili del medesimo reato associativo. In quella circostanza era stato accertato che uno degli appartenenti all'organizzazione aveva ceduto della droga, poi risultata letale, a due giovani cefaludesi, deceduti nel dicembre 2008, proprio per gli effetti del mix letale di eroina e cocaina.
Nessun commento:
Posta un commento