CEFALU'. Scoperta a Cefalù una banda che, utilizzando un'estetista come preziosa fonte di informazione, svaligiava ville e appartamenti. A volte i rapinatori facevano ricorso a metodi violenti come nel caso di un assalto a un'anziana donna ridotta in fin di vita sul pianerottolo di casa. Nove le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Termini Imerese, Angela Lo Piparo. Sei sono finiti in carcere, altri tre agli arresti domiciliari.
Nel corso dell'operazione "Moonlight", in preparazione da qualche mese, sono stati sequestrati molti oggetti preziosi e perfino armi. Da tempo i componenti della banda erano stati individuati e tenuti sotto osservazione con intercettazioni telefoniche.
Il gruppo era composto da elementi di Castelbuono, Altavilla Milicia, Bompietro e di Randazzo (Catania). La figura centrale della banda era costituita dal titolare di un negozio di ricambi per moto di Castelbuono. La sua compagna, che svolge la professione di estetista, con il suo lavoro "porta a porta" raccoglieva e passava agli altri componenti della banda notizie sulle abitudini dei padroni delle case prese di mira.
Era lei, secondo le indagini condotte dagli uomini del commissario Manfredi Borsellino, a fare da "apripista" ai rapinatori. In uno dei raid la banda era riuscita a rubare un arsenale di fucili regolarmente detenuti. Le armi erano state nascoste e sono state ora recuperate. I preziosi trafugati venivano poi fusi e smerciati con la complicità del titolare di un negozio di "compro oro" di Petralia Sottana.
Nel corso dell'operazione "Moonlight", in preparazione da qualche mese, sono stati sequestrati molti oggetti preziosi e perfino armi. Da tempo i componenti della banda erano stati individuati e tenuti sotto osservazione con intercettazioni telefoniche.
Il gruppo era composto da elementi di Castelbuono, Altavilla Milicia, Bompietro e di Randazzo (Catania). La figura centrale della banda era costituita dal titolare di un negozio di ricambi per moto di Castelbuono. La sua compagna, che svolge la professione di estetista, con il suo lavoro "porta a porta" raccoglieva e passava agli altri componenti della banda notizie sulle abitudini dei padroni delle case prese di mira.
Era lei, secondo le indagini condotte dagli uomini del commissario Manfredi Borsellino, a fare da "apripista" ai rapinatori. In uno dei raid la banda era riuscita a rubare un arsenale di fucili regolarmente detenuti. Le armi erano state nascoste e sono state ora recuperate. I preziosi trafugati venivano poi fusi e smerciati con la complicità del titolare di un negozio di "compro oro" di Petralia Sottana.
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