Nel mirino dei carabinieri alcuni componenti della famiglia di Alessandra della Rocca. L’inchiesta avviata dopo l’omicidio del 7 agosto del 2005, del custode Pietro Chillura
AGRIGENTO. I carabinieri hanno eseguito tre della 4 ordinanze di custodia cautelare nell'operazione antimafia nell'agrigentinoo, fermando Gaetano Sedita, 70 anni, ritenuto il capomafia della famiglia di Alessandria della Rocca, per cui è stato disposto il carcere; Domenico Ligammari, 76 anni, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari e Giuseppe Comparetto, 86 anni, tutti di Alessandria della Rocca (Ag). Il quarto indagato, per ora irreperibile, è Pietro
Perzia, 67 anni, che si sarebbe trasferito in Inghilterra. Gli indagati erano otto, ma per quattro la richiesta di misura cautelare avanzata dal pubblico ministero è stata respinta. Tutti sono accusati di associazione di stampo mafioso, per aver fatto parte della «famiglia» di Alessandria della Rocca (Ag), con l'aggravante per Sedita e Ligammari perchè avrebbero avuto un ruolo di direzione all'interno della presunta organizzazione. Per tutti, l'aggravante del concorso ad una associazione armata, avendo avuto la disponibilità di armi ed esplosivi per il conseguimento delle finalità dell'associazione. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, Gaetano Sedita, dello «u
gaddu», sarebbe diventato il «capo» della cosca dopo la morte del cognato Emanuele Sedita, avvenuta nel 1995 quando venne ucciso in un regolamento di conti fra esponenti delle diverse
famiglie mafiose. Immediatamente sotto di lui vi sarebbe stato Domenico Ligammari, titolare di una tabaccheria nella piazza centrale del paese. Pietro Chillura si sarebbe rifiutato di
uccidere un suo compaesano - ordine impartitogli dall'ex capomafia Emanuele Sedita - che, secondo il boss, andava eliminato per dissidi riguardanti l'irrigazione di alcuni terreni.
Perzia, 67 anni, che si sarebbe trasferito in Inghilterra. Gli indagati erano otto, ma per quattro la richiesta di misura cautelare avanzata dal pubblico ministero è stata respinta. Tutti sono accusati di associazione di stampo mafioso, per aver fatto parte della «famiglia» di Alessandria della Rocca (Ag), con l'aggravante per Sedita e Ligammari perchè avrebbero avuto un ruolo di direzione all'interno della presunta organizzazione. Per tutti, l'aggravante del concorso ad una associazione armata, avendo avuto la disponibilità di armi ed esplosivi per il conseguimento delle finalità dell'associazione. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, Gaetano Sedita, dello «u
gaddu», sarebbe diventato il «capo» della cosca dopo la morte del cognato Emanuele Sedita, avvenuta nel 1995 quando venne ucciso in un regolamento di conti fra esponenti delle diverse
famiglie mafiose. Immediatamente sotto di lui vi sarebbe stato Domenico Ligammari, titolare di una tabaccheria nella piazza centrale del paese. Pietro Chillura si sarebbe rifiutato di
uccidere un suo compaesano - ordine impartitogli dall'ex capomafia Emanuele Sedita - che, secondo il boss, andava eliminato per dissidi riguardanti l'irrigazione di alcuni terreni.
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