Parte dei fondi finivano nelle tasche di dirigenti della società
torino
Tre dirigenti della De Tomaso, storica casa automobilistica torinese, sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza di Torino per una maxi truffa da 7,5 milioni di euro ai danni dello Stato. Tra di loro c'è anche Gian Mario Rossignolo, titolare dell'azienda.
L'imprenditore è stato posto ai domiciliari nella sua villa a Vignale Monferrato, per aver superato i 70 anni di età. Il fermo è avvenuto nel corso di un’operazione scattata all’alba in Piemonte, Lombardia e Toscana, nella quale sono impegnati oltre 50 uomini delle Fiamme Gialle. Secondo gli inquirenti, la De Tomaso, dichiarata fallita nei giorni scorsi dal Tribunale di Livorno, avrebbe percepito ingenti finanziamenti pubblici per corsi di formazione mai avviati. Per accedere ai contributi utilizzava una milionaria fidejussione falsa. Parte dei fondi sarebbero, invece, finiti nelle tasche di dirigenti della società. Oltre a Rossignolo sono stati arrestati un dirigente della De Tomaso, bloccato dai finanzieri all’alba a Livorno, e un mediatore creditizio, che opera nel Bergamasco.
Quest’ultimo è coinvolto nell’inchiesta per aver fornito una polizza - poi risultata falsa, secondo l’accusa - richiesta dalle procedure per l’erogazione dei fondi per i corsi di formazione. Nell’operazione la Guardia di Finanza ha effettuato anche otto perquisizioni in Piemonte, Toscana e Lombardia. La De Tomaso, marca automobilistica fondata a Modena nel 1959 dall'argentino Alejandro De Tomaso, dal 2009 era in mano all'imprenditore piemontese Gian Mario Rossignolo, ex manager del Gruppo Fiat, che avrebbe dovuto riportarla ai fasti di un tempo ma non ha avuto molta fortuna. Il Tribunale di Livorno e di Torino la scorsa settimana ne hanno decretato il fallimento, dopo mesi di incertezze economiche e pseudo acquirenti paventati e mai venuti alla luce.
L'imprenditore è stato posto ai domiciliari nella sua villa a Vignale Monferrato, per aver superato i 70 anni di età. Il fermo è avvenuto nel corso di un’operazione scattata all’alba in Piemonte, Lombardia e Toscana, nella quale sono impegnati oltre 50 uomini delle Fiamme Gialle. Secondo gli inquirenti, la De Tomaso, dichiarata fallita nei giorni scorsi dal Tribunale di Livorno, avrebbe percepito ingenti finanziamenti pubblici per corsi di formazione mai avviati. Per accedere ai contributi utilizzava una milionaria fidejussione falsa. Parte dei fondi sarebbero, invece, finiti nelle tasche di dirigenti della società. Oltre a Rossignolo sono stati arrestati un dirigente della De Tomaso, bloccato dai finanzieri all’alba a Livorno, e un mediatore creditizio, che opera nel Bergamasco.
Quest’ultimo è coinvolto nell’inchiesta per aver fornito una polizza - poi risultata falsa, secondo l’accusa - richiesta dalle procedure per l’erogazione dei fondi per i corsi di formazione. Nell’operazione la Guardia di Finanza ha effettuato anche otto perquisizioni in Piemonte, Toscana e Lombardia. La De Tomaso, marca automobilistica fondata a Modena nel 1959 dall'argentino Alejandro De Tomaso, dal 2009 era in mano all'imprenditore piemontese Gian Mario Rossignolo, ex manager del Gruppo Fiat, che avrebbe dovuto riportarla ai fasti di un tempo ma non ha avuto molta fortuna. Il Tribunale di Livorno e di Torino la scorsa settimana ne hanno decretato il fallimento, dopo mesi di incertezze economiche e pseudo acquirenti paventati e mai venuti alla luce.
daniela lanni (agb)
Nessun commento:
Posta un commento