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lunedì 16 luglio 2012
Attentato di Brindisi Parato: Vantaggiato non faceva bombe da solo
BRINDISI – “Vantaggiato non faceva le bombe da solo”: la strada è indicata con fermezza agli investigatori da Cosimo Parato, l’imprenditore che nel 2008 scampò ad un attentato che lo ridusse in fin di vita e che è stato confessato da Giovanni Vantaggiato, il 68enne commerciante di carburanti di Copertino (Lecce), reo-confesso dell’attentato avvenuto il 19 maggio scorso dinanzi all’istituto professionale 'Morvillo Falconè di Brindisi nel quale ha perso la vita la studentessa sedicenne Melissa Bassi e rimasero ferite altre cinque ragazze.
Parato è stato ascoltato venerdì scorso dal pm di Brindisi Milto De Nozza, alla presenza del suo legale, l’avv.Raffaele Missere, e avrebbe fornito indicazioni chiare – con nome e cognome – su un presunto complice di Vantaggiato nella realizzazione delle bombe. Di qualcuno, cioè, che sarebbe a conoscenza delle ossessioni di Vantaggiato e del suo spasmodico desiderio di vendetta.
Ma al confezionamento di quali 'bombè si riferisce Parato? Anche quella che ha provocato la strage a Brindisi? “Cosimo Parato – specifica il suo legale – ha fornito agli inquirenti dettagli importanti anche sull'esistenza di un presunto complice di Vantaggiato, ma si è riferito esclusivamente alle vicende che lo hanno riguardato in prima persona e non all’attentato di Brindisi”.
Parato, durante il suo colloquio con il pm, avrebbe poi parlato dei propri rapporti d’affari con l’azienda di proprietà della famiglia Vantaggiato che – a suo dire – avrebbero avuto anche legami, nell’ambito delle forniture di carburante, con Mesagne, la città di Melissa e delle altre studentesse ferite. Quanto alla presunta truffa da 343 mila euro da lui commessa e che secondo Vantaggiato sarebbe uno dei moventi della strage di Brindisi, Parato si è detto estraneo a qualsiasi ipotesi fraudolenta.
Parato – secondo le accuse mosse dal killer di Brindisi – avrebbe pagato Vantaggiato con assegni scoperti per una serie di forniture di gasolio. E per vendicarsi il 24 febbraio del 2008 – secondo quanto confessato dallo stesso Vantaggiato – l'imprenditore di Copertino avrebbe messo una bomba nel cestino della bicicletta che Parato stava per inforcare: Vantaggiato premette sul pulsante che azionava a distanza la bomba da lui fabbricata facendola esplodere.
Parato venne ridotto in fin di vita e riuscì in parte a rimettersi solo dopo diversi mesi di coma. Per questo episodio lo scorso 5 luglio Vantaggiato è stato raggiunto in carcere – dove si trova per rispondere dell’ipotesi del reato di strage – da una nuova ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di tentativo di omicidio.
La truffa che Vantaggiato dichiara di aver subito da Parato - secondo quanto egli stesso ha confessato – è uno dei moventi dell’attentato di Brindisi ed è quindi chiaro, per gli investigatori, che le due vicende sono strettamente legate. E, secondo Parato, qualcuno – di cui sembra abbia fornito precise indicazioni – aiutava Vantaggiato “a fare le bombe”. Qualcuno, dal suo punto di vista, è a conoscenza di tutto.
Nell’ordinanza di arresto di Vantaggiato per l’attentato di Brindisi le ipotesi di reato sono quelle di strage aggravata dalla finalità terroristica e possesso, detenzione ed esplosione di ordigno micidiale in concorso. Gli investigatori, quindi, hanno ipotizzato sin dal primo momento l’esistenza di un presunto complice. Su questa pista gli inquirenti stanno lavorando senza sosta perchè vogliono chiudere il cerchio su una vicenda che ha stravolto per sempre tantissime vite.
Come quella sicuramente del fratello maggiore di Giovanni Vantaggiato, Giuseppe, docente di matematica in pensione, di 74 anni, cardiopatico, morto oggi su una spiaggia di Sant'Isidoro, una delle marine di Nardò (Lecce), dopo essere stato colto da malore.
O come le vite degli studenti e dei docenti della scuola Morvillo Falcone, ieri pomeriggio divenuta di nuovo bersaglio di folli: persone non ancora identificate, infatti, hanno lanciato sassi contro l’istituto scolastico, rompendo tre finestre. Forse solo un gesto vandalico compiuto da ragazzi: un gesto però che riapre ferite molto profonde.
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