Caccia ai responsabili del rogo nel campo rom. Non sarebbero ultrà della Juventus, come si era inizialmente pensato, i due uomini, di 50 e 20 anni, arrestati dai Carabinieri alle Vallette di Torino dopo l'incendio di ieri sera nel campo rom nell'area della cascina Continassa.
Gli investigatori stanno effettuando accertamenti su altre 30 persone che avrebbero preso parte al raid. Gli atti sono stati trasmessi al sostituto procuratore Paolo Toso, che aveva aperto il fascicolo sullo stupro della ragazzina sedicenne, poi risultato inventato.
Si vergognava e voleva nascondere un rapporto sessuale appena consumato con un ragazzo un po' più grande. Per questo la 16enne avrebbe denunciato di essere stata stuprata da due stranieri mentre rientrava a casa. Contro di lei è stato aperto un procedimento per simulazione di reato, di competenza della procura per i minori.
I vicini avevano organizzato la sera di sabato una fiaccolata in solidarietà della ragazza, che era partita in modo pacifico dal luogo dove la ragazza aveva detto di essere stata aggredita mercoledì sera. Circa 500 persone avevano sfilato per le strade, ma quando alcuni si sono diretti verso l'area della cascina Continassa dove si trovano alcune baracche e roulotte di rom. I nomadi presenti erano già stati fatti allontanare. In un attimo la rabbia era esplosa: grida, bastoni, torce e poi le fiamme.
«Non si fa giustizia da soli. E, nel caso dell'assalto al campo rom di Torino, è una ingiustizia fatta da soli. Nulla, neppure la rabbia, l'emarginazione, i pregiudizi, possono giustificare episodi come quello che è successo sabato sera alle Vallette». Così ha commentato il fatto il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri la spedizione punitiva contro un campo rom avvenuta a Torino.
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