La sentenza è stata emessa dalla Corte d’appello di Reggio Calabria nell'ambito del processo «Onorata Sanità», su presunte infiltrazioni mafiose nel comparto sanitario
La Corte d’appello di Reggio Calabria ha emesso la sentenza, con rito abbreviato, del processo «Onorata Sanità» ed ha confutato l’impianto della precedente sentenza, con la quale il Tribunale, in primo grado, aveva condannato nomi eccellenti della politica e della burocrazia sanitaria della Regione e della Provincia di Reggio.
Il collegio, rigettando le richieste di conferma parziale della sentenza formulate dal procuratore generale Santo Melidona, ha assolto con formula piena Peppino Biamonte, già direttore vicario dell’assessorato regionale alla sanità, Pietro Morabito, già direttore generale dell’Asl di Reggio Calabria e gli altri imputati Domenico Latella, Domenico Pangallo e Santo Emilio Caridi.
Il giudice di secondo grado ha anche assolto, accogliendo le richieste del procuratore generale, l’ex assessore alla Sanità della giunta regionale Gianfranco Luzzo, nonchè i funzionari dell’Asl di Reggio, Francesco Cassano, Roberto Mittiga, Alessio Suraci, che si erano occupati a vario titolo della istruzione della pratica amministrativa attraverso cui la clinica Villa Anya, di proprietà dell’ex assessore Regionale Domenico Crea, aveva ottenuto la convenzione con il sistema sanitario regionale.
Altre assoluzioni sono giunte per tutti coloro che erano stati condannati in primo grado per reati di natura associativa di matrice mafiosa, perchè ritenuti responsabili di aver sostenuto elettoralmente Crea al fine di ottenere vantaggi per le rispettive consorterie. Sono stati, infatti, assolti Leonardo Gangemi, Alessandro e Giuseppe Marcianò (a suo tempo coinvolti nelle indagini sul delitto Fortugno), Giuseppe Errante e Giuseppe Pansera.
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