«Non sparate, avete vinto voi. Sono io»
La cattura in un bunker sotterraneo Viveva nel sottosuolo di una casa di Casapesenna (Caserta)
Intrappolato grazie al taglio della luce: «Non sparate, voglio uscire» Al Blitz ha partecipato anche l'ex capo della Mobile, Pisani
CASERTA - Capelli bianchi, non molto diverso - anche se più invecchiato - da come era stato immaginato da un identikit "evolutivo", Michele Zagaria è uscito alle 13,10 dal bunker di Casapesenna in provincia di Caserta dove è stato catturato.
Il superlatitante della camorra, boss indiscusso dei Casalesi, è stato individuato e catturato dalla polizia. Il boss ha tentatao la fuga, ma gli uomini della squadra Mobile di Napoli e di Caserta lo hanno inseguito scavando nei cunicoli del covo. Al blitz ha partecipato anche Vittorio Pisani, ex capo della Squadra Mobile di Napoli, attualmente indagato dalla Procura di Napoli per la vicenda del riciclaggio attraverso catene di ristoranti a Napoli e altre città d'Italia, Pisani era stato protagonista della cattura di un altro latitante eccellente dei Casalesi, Antonio Iovine.
Il blitz è scattato intorno alle 3 del mattino per mettere in sicurezza tutta la zona. «Siamo andati in via Mascagnia a Casapesenna - dice un poliziotto - convinti che Michele Zagaria fosse lì e che lo avremmo preso».
Alle 12,22, su via Mascagni a Casapesenna ha iniziato a volteggiare l'elicottero della Polizia. In quel momento Michele Zagaria, capo del clan dei Casalesi, latitante da 16 anni e due giorni, è sbucato dal bunker dove si era nascosto nelle ultime ore.
Si è affacciato alzando le mani in segno di resa: «...avete vinto voi, sono io». Si è anche sentito male, impaurito e soffocato dai calcinacci di cemento del bunker che le forze dell'ordine stavano demolendo con una trivella. «Ho avuto paura di soffocare», ha detto più tardi.
La cattura è arrivata dopo oltre un'ora di trattativa a distanza. Zagaria era stato individuato nel sotterraneo dal quale però, a causa di una interruzioine dell'energia elettrica procurata dalla stessa polizia non riuscviva più a uscire, incastrato, come un topo, così come aveva vissuto dal 5 dicembre del 1995, data in cui si era sottratto al blitz dell'operazione Spartacus.
Zagaria verrà trasferito nel carcere di Novara. Nel penitenziario piemontese, il superboss latitante da 16 anni, sarà detenuto in regime di 41 bis.
Durante quell'ora, temendo che la polizia potesse aprire il fuoco, ha più volte ripetuto: «non sparate, non sparate, voglio uscire...»
Sul posto, una stradina quasi nel centro del paese, sono arrivate decine di persone: curiosi, ma soprattutto poliziotti, carabinieri, finanzieri e tutti i magistrati della DDA che nel tempo si sono succeduti nel coordinamento delle indagini sulla cattura del latitante numero uno della camorra
Commosso, quasi in lacrime il pm Catello Maresca. Sorridente il coordinatore Federico Cafiero de Raho, accompagnato dai colleghi Marco del Gaudio e Raffaello Falcone.
La Guardasigilli Paola Severino è stata avvisata in diretta dal pm Antonello Ardituro (vice presidente della giunta nazionale dell'Anm) che ha appreso la notizia in diretta telefonica mentre era a colloquio con il ministro della Giustizia. Lui stesso lè ha dato la bella notizia.
Zagaria era nascosto in un bunker all'interno di un'abitazione di Casapesenna (Caserta). Tra il bunker sotterraneo e il pavimento dell'abitazione vi erano cinque metri di cemento armato. Per il momento è ancora all'interno del fabbricato che nascondeva il bunker sotterraneo. per ora si sa soltanto che è vestito con un jean e una camicia.
L'abitazione è di Vincenzo Inquieto, detto "Enzo il tubista". In casa c'erano lui e la moglie che sono stati portato in questura: rischiano l'accusa di favoreggiamento. Vincenzo Inquieto è il fratello del commerciante il cui negozio fu distrutto dalle forze dell'ordine lo scorso anno nella convinzione che il magazzino nascondesse un covo di Zagaria. Il fratello di Inquieto ha anche avuto un risarcimento per quei danni.
Rosaria Capacchione
Esclusiva video/ Zagaria trascinato fuori dal bunker di Casapesenna
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