domenica 13 novembre 2011

Rizziconi, sfida azzurra sul campo confiscato ai boss di Gioia Tauro

Mille persone ad assistere alla partita tra le stelle della
Nazionale, unite nella lotta alle mafie con Don Ciotti



RIZZICONI (REGGIO CALABRIA)
Una grande festa e un messaggio forte: tutti uniti nella lotta alle mafie. Grande entusiasmo a Rizziconi dove il pullman che trasportava la Nazionale è stato accolto da un migliaio di persone, in gran parte bambini (presente anche una piccola delegazione del quartiere Zen di Palermo) con cappellini di color verde, bianco e rosso. Il presidente della Figc Giancarlo Abete e il ct Cesare Prandelli hanno onorato la promessa fatta a Don Luigi Ciotti portando gli azzurri, reduci dalla vittoria in Polonia e attesi martedì all'Olimpico di Roma dall'amichevole contro l'Uruguay, ad allenarsi sul campo sequestrato alla 'ndrangheta.

«È un segno, è il potere dei segni contro il potere della mafia - sono state le parole del fondatore di "Libera" - È una presenza che ha grande valore per questi ragazzi, vedere arrivare gli azzurri qui per dare dei calci alle mafie è fondamentale. Mi fa piacere che Abete e Prandelli abbiano accolto subito la mia proposta e la loro presenza è un segno importante per questi ragazzi, anche se la lotta alla mafia ha bisogno di politiche sociali, di percorsi educativi, ha bisogno di lavoro. Questi giovani non vogliono essere presi in giro, bisogna dare continuità a tutto questo».

Don Ciotti, pur sottolineando che la lotta alla criminalità organizzata deve essere radicata nel territorio, ribadisce che «la vera lotta si fa a Roma, con le leggi giuste, con gli interventi giusti, meno parole e più fatti» e «lo sport può dare un contributo al cambiamento, bisogna mettere in fuorigioco le mafie anche se non è semplice».

Il campo di Rizziconi è stato costruito su un terreno che la magistratura ha confiscato nel 2003 nel quadro di una larga inchiesta contro la 'ndrangheta nella zona di Gioia Tauro. Su quell'impianto, grazie all'impegno del comune e di don Pino De Masi, animatore di Libera sul territorio, è nata una scuola calcio frequentata oggi da oltre 100 ragazzi tra i 6 e i 14 anni e quella di oggi è stata la terza inaugurazione visto che alle due precedenti sono seguiti interventi della 'ndrangheta che ha devastato il campo per evitare che fosse destinato a un uso sociale.

«La Nazionale è sempre un simbolo ed è importante che attraverso le iniziative della Nazionale si trasmetta un sistema di valori, si trasmettano dei messaggi positivi - il pensiero di Abete - La Nazionale ha voluto testimoniare con la sua presenza la vicinanza alla battaglia per la legalità, una battaglia di valori che coinvolge tutti noi», ha aggiunto il massimo dirigente della Federcalcio, che si è impegnato a dare seguito all'iniziativa di oggi «nei modi che riterremo più funzionali». Con gli azzurri c'era anche Rino Gattuso, calabrese doc, che in attesa di rientrare in campo è voluto essere vicino ai suoi colleghi e alla sua gente. «Rino rappresenta l'immagine della Calabria bella, vogliosa di fare, affezionata ai suoi valori e che ha grande speranza per il futuro», ha detto ancora Abete.

«Andiamo via arricchiti, siamo rimasti particolarmente colpiti dalle parole di Don Ciotti, dalla partecipazione dei ragazzi - ha aggiunto invece Prandelli - Sono convinto che abbiamo partecipato a una giornata storica». «Per noi era un dovere morale essere qui, un senso di responsabilità che bisogna avere in situazioni e occasioni come quelle di oggi - dice infine capitan Gigi Buffon - Adesso devono scendere in campo tante persone, la politica ci dovrà e ci deve sostenere e dare una mano, ma dovranno scendere in campo in primo luogo i valori della libertà che regnano in ogni abitante di questa terra».

Sul campo da calcio a 5 gli azzurri si sono poi divertiti e hanno divertito il pubblico accorso sugli spalti e com'era facile immaginare uno dei campioni più celebrati è stato Mario Balotelli, tra i simboli della nuova Italia di Prandelli. «Mario ha qualità eccezionali e fa piacere che lui abbia fatto il primo gol in Polonia e che sia circondato dall'affetto, dalla fiducia, dalla simpatia non solo di Prandelli ma anche di tutta l'opinione pubblica italiana», il commento di Abete. Prima di ripartire per Roma l'invito del ct azzurro alla popolazione locale a non mollare, «non siete soli», le parole di Prandelli che proseguirà nella Capitale la preparazione all'amichevole con la Celeste. Una sfida di prestigio, certo, ma la partita più importante la Nazionale l'ha già vinta.

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