sabato 19 novembre 2011

COSI AGIVA LA MALAVITA ORGANIZZATA

"Piangeva impaurito come un bimbo" il pentito spiega la raccolta del pizzo
Il racconto di Michele Barone contenuto nell'ordinanza del gip: «Lo abbiamo minacciato con una pistola, ha pagato 3000 euro»


NAPOLI
«Io e Abbamundo Alessandro abbiamo portato il proprietario del lido "Don Pablo" del litorale domitio nella casa... (appartiene a una donna indagata, ndr) e alla presenza di Cosimo Migliore lo abbiamo minacciato con una pistola modello 9x21 calibro corto, intimandogli di pagare la somma di 3000 euro. Il proprietario del lido piangeva come un bambino e ha subito versato una somma pari a 1.000 euro e poi i restanti 2.000 euro li ha versati nel mese di agosto». Così Michele Barone, oggi collaboratore di giustizia, racconta come chiese la tangente al proprietario di uno dei numerosi lidi del litorale domitio.

Il racconto è contenuto nell’ordinanza emessa dal gip Umberto Lucarelli su richiesta dei pm Cesare Sirignano, Giovanni Conzo e Francesca De Renzis. Barone, Abbamundo e Migliore sono tra i destinatari dei provvedimenti, eseguiti oggi dalla polizia. «Abbiamo costretto con minaccia e con forza il proprietario del lido a seguirci - riferisce ancora il collaboratore - in quanto quest’ultimo inizialmente si era rifiutato. Lui era a bordo della propria autovettura tipo Jeep, mentre io con la mia moto Yamaha xt blu e Abbamundo Alessandro a bordo della Yamaha nera di cui ho già parlato in precedenza, uno avanti e l’altro indietro, lo costringemmo a seguirci minacciandolo, nel caso in cui non avesse ottemperato all’ordine, di spararlo».

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