Le mani della cosca anche sul porto di Badolato
Venticinque arresti e numerose perquisizioni eseguiti da parte di Polizia e Carabinieri nel corso della mattinata nell'ambito di un'inchiesta che ha portato alla luce gli affari del clan Gallace-Gallelli nel basso Ionio catanzarese. Estorsioni, usura, danneggiamenti e interessi sul porto di Badolato, oltre ad associazione mafiosa, le accuse contestate
CATANZARO - Carabinieri e Polizia di Stato di Catanzaro hanno eseguito stamane arresti e perquisizioni a carico di presunti capi e gregari della consorteria mafiosa dei Gallace-Gallelli operante nei comuni di Guardavalle e Badolato, nel basso Ionio catanzarese. Venticinque le ordinanze emesse dalla Dda del capoluogo calabrese. Ai destinatari delle misure vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, usura, stupefacenti e armi. Nel corso delle attività investigative, sarebbero state accertate responsabilità a carico di diversi esponenti delle due famiglie mafiose anche in riferimento a un’estorsione a carico di una ditta emiliana impegnata nei lavori di costruzione del porto di Badolato. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.30 in Prefettura a Catanzaro.
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