AGRIGENTO. Il gip del tribunale di Agrigento, Ottavio Mosti, ha disposto il sequestro preventivo delle condotte sottomarine dei «Padri vocazionisti» e dello stabilimento di Ps, a San Leone, e delle relative centraline di sollevamento, nonché delle aree - del litorale e del mare - antistanti, con relativo di divieto di accesso e di balneazione. Dagli accertamenti svolti dall'Arpa, dall'Asp, dalla guardia costiera e dai carabinieri risulta che «la rete fognaria a servizio della zona Sud-Est di Agrigento immette reflui in mare tramite le condotte, i cosiddetti »pennelli a mare«, in assenza di autorizzazione allo scarico, essendo scaduto e mai rinnovato il titolo originario».
A monte delle condutture, inoltre, «non vi è idoneo sistema di depurazione, facendo sì che i reflui confluiscano direttamente in mare». Ne consegue, secondo l'inchiesta della Procura, il danneggiamento del demanio marino, ossia flora, fauna, causato dall'inquinamento. Iscritto nel registro degli indagati l'ex amministratore delegato della Girgenti Acque, Giuseppe Giuffrida che è accusato di danneggiamento, «getto pericoloso di cose», violazione del codice dei beni culturali perché gli impianti sono in zona A, inadempimenti di pubbliche forniture violazione normativa ambientale.
Il litorale e il mare, antistante alle condotte della Girgenti Acque, non sono stati sequestrati. La Procura aveva chiesto il sequestro preventivo dei «200 metri a destra e a sinistra di entrambe le condotte, con relativo divieto di accesso e di balneazione, con contestuale nomina di custode nella persona del sindaco pro tempore di Agrigento», ma il gip Ottavio Mosti non ha accolto la richiesta.
Sottolineata, però, «l'opportunità di nuovi accertamenti investigativi in merito alla configurabilità di rischi concreti per la salute umana ed alla specifica distribuzione di tale rischi nell'area interessata».
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