CATANIA. Nuova tegola giudiziaria per l'ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo alle prese con una nuova accusa di voto di scambio da parte della Procura di Catania, che lo ha indagato insieme con il figlio Toti, 24 anni, eletto all'Ars nell'ottobre dello scorso anno con 9.633 voti nella lista del Mpa, il movimento fondato dal padre prima che venisse cambiato il nome in Partito dei siciliani. Secondo le accuse avrebbero promesso due posti di lavoro in cambio di voti in favore del candidato Toti. «Si sente vittima di una persecuzione ?», hanno chiesto i cronisti all'ex governatore durante una conferenza stampa tenuta in serata. «Diciamo che non c'è una grande simpatia. - ha risposto - Ma fin quando era nei miei confronti lo potevo anche capire. Ma anche verso mio figlio? Ma è una questione di specie? Mio figlio non c'entra nulla. Se posso permettermi un termine che non vuole essere irrispettoso nei confronti della magistratura, è una cosa eccessiva». È la stessa Procura ad avere reso nota l'indagine comunicando di aver notificato ai due politici gli avvisi di conclusione delle indagini. A dare il via all'inchiesta con al centro le elezioni regionali in Sicilia del 2012 sono state le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.
Nel procedimento sono indagate altre tre persone: Ernesto Privitera, Angelo Marino e Giuseppe Giuffrida. Il posto di lavoro sarebbe stato promesso a Privitera e Marino in favore dello stesso Marino e di Giuffrida, quest'ultimo in seguito effettivamente assunto. La squadra mobile della Questura di Catania ha eseguito intercettazioni ambientali e telefoniche e ha ascoltato in particolare Privitera. A lui, secondo l'accusa, Toti Lombardo, al telefono, e Raffaele Lombardo, di persona, avrebbero assicurato due assunzioni in un'impresa privata per la raccolta dei rifiuti in cambio di voti. Nell'ambito dell'inchiesta Raffaele Lombardo e il figlio Toti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, notificando la loro decisione ai pm per iscritto. Lombardo non è nuovo ad accuse di voto di scambio. A suo carico è attualmente in corso a Catania, davanti al gup Marina Rizza, un processo col rito abbreviato condizionato, per concorso esterno all'associazione mafiosa e voto di scambio aggravato. Le stesse accuse riguardano il fratello Angelo, ex deputato nazionale del Mpa, che ha scelto il rito ordinario. Le prossime udienze sono in programma il 16, 17 e 18 luglio. «Nessuno scambio, nessuna interessata conversione» e dimostrerò «ampiamente la mia innocenza», ha commentato l'ex governatore, che dopo le dimissioni del 31 luglio dello scorso anno si è ritirato in campagna. «Sono rammaricato per questo avviso di conclusione indagini - ha aggiunto - anche perché si sarebbe potuto agevolmente accertare che Privitera è un mio sostenitore da prima di nascere, nel senso che suo padre appoggiò mio padre alle comunali del 1970 e lui è stato sempre ed ininterrottamente impegnato al mio fianco. Nessuno scambio, nessuna interessata conversione».
Raffaele e Toti Lombardo indagati, non rispondono ai pm
CATANIA. L'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e suo figlio Toti, deputato all'assemblea regionale siciliana, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nell'ambito dell'inchiesta avviata dalla Procura di Catania in cui sono indagati, assieme ad altre tre persone, per voto di scambio. I due esponenti politici hanno notificato questa loro decisione ai pm per iscritto. A dare il via all'inchiesta al cui centro ci sono le regionali in Sicilia del 2012, sono state le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. La squadra mobile della Questura di Catania ha eseguito intercettazioni ambientali e telefoniche e ascoltato in particolare uno degli altri indagati, Ernesto Privitera. A lui, secondo l'accusa, Toti al telefono, e Raffaele Lombardo di presenza, avrebbero assicurato delle assunzioni in un'impresa privata per la raccolta dei rifiuti in cambio di voti.
Nessun commento:
Posta un commento