Il palmese Francesco Ribisi arrestato nell’ambito dell’operazione antimafia “Nuova Cupola” con l’accusa di essere il capo dell’ottavo mandamento della provincia di Agrigento resta al 41 bis, il regime del carcere duro. Lo ha stabilito il tribunale di Sorveglianza di Roma, confermando il provvedimento firmato nell’agosto dell’anno scorso dall’allora ministro Paola Severino. Agrigentoflash.it Nei giorni scorsi era stato confermato il 41 bis anche per il suo presunto braccio destro, il ventottenne di Santa Elisabetta, Giovanni Tarallo. E’ stato invece revocato al favarese Carmelo Vetro e al siculianese Roberto Belvedere, il primo accusato di essere a capo della locale famiglia mafiosa, il secondo ritenuto il braccio destro del presunto boss di Siculiana, Antonino Gagliano. Ribisi come altri trentanove dei cinquantuno imputati ha scelto il giudizio abbreviato. I pm della Dda di Palermo, Rita Fulantelli ed Emanuele Ravaglioli hanno chiesto la condanna più pesante, ovvero 20 anni di reclusione. Due anni in più rispetto al presunto capo provincia di Cosa Nostra della Provincia di Agrigento, Leo Sutera di Sambuca di Sicilia. Agrigentoflash.it Ribisi titolare del bar Azzurro di San Leone secondo i magistrati della Dda di Palermo e i poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle e della Squadra Mobile di Agrigento, avrebbe coordinato le attività estorsive nel territorio provvedendo al mantenimento dei detenuti e dei loro familiari.
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mercoledì 10 luglio 2013
Mafia, “Nuova Cupola”: il palmese Ribisi rimane in al 41 bis
Il palmese Francesco Ribisi arrestato nell’ambito dell’operazione antimafia “Nuova Cupola” con l’accusa di essere il capo dell’ottavo mandamento della provincia di Agrigento resta al 41 bis, il regime del carcere duro. Lo ha stabilito il tribunale di Sorveglianza di Roma, confermando il provvedimento firmato nell’agosto dell’anno scorso dall’allora ministro Paola Severino. Agrigentoflash.it Nei giorni scorsi era stato confermato il 41 bis anche per il suo presunto braccio destro, il ventottenne di Santa Elisabetta, Giovanni Tarallo. E’ stato invece revocato al favarese Carmelo Vetro e al siculianese Roberto Belvedere, il primo accusato di essere a capo della locale famiglia mafiosa, il secondo ritenuto il braccio destro del presunto boss di Siculiana, Antonino Gagliano. Ribisi come altri trentanove dei cinquantuno imputati ha scelto il giudizio abbreviato. I pm della Dda di Palermo, Rita Fulantelli ed Emanuele Ravaglioli hanno chiesto la condanna più pesante, ovvero 20 anni di reclusione. Due anni in più rispetto al presunto capo provincia di Cosa Nostra della Provincia di Agrigento, Leo Sutera di Sambuca di Sicilia. Agrigentoflash.it Ribisi titolare del bar Azzurro di San Leone secondo i magistrati della Dda di Palermo e i poliziotti del Commissariato di Porto Empedocle e della Squadra Mobile di Agrigento, avrebbe coordinato le attività estorsive nel territorio provvedendo al mantenimento dei detenuti e dei loro familiari.
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