Il gup Trapani ha emesso la sentenza del processo in abbreviato scaturito dall'operazione Recupero risalente al 2010 che portò alla luce varie 'ndrine collegate al clan Commisso attive a Siderno. 500 mila euro a testa di risarcimento per gli enti costituiti parte civile
Una giornata importante per la lotta alle 'ndrine calabresi. I tribunali di Catanzaro e Reggio, infatti, hanno emesso due sentenze di peso contro alcune tra le 'ndrine più attive nei rispettivi territori: i Commisso a Siderno e la cosca Vrenna nel Crotonese. 9 condanne nel primo caso e dieci nel secondo con pene che arrivano anche ad oltre dieci anni di carcere.REGGIO CALABRIA. Centonove anni di carcere e 1.500.000 euro di risarcimento danni. Questo l'esito della prima sentenza della giornata emessa dal gup del tribunale di Reggio Calabria Adriana Trapani nel processo, celebrato con il rito abbreviato, (rito che prevede tra le altre cose in caso di condanna la possibilità per l'imputato di vedersi ridurre la pena comminata fino ad un terzo) scaturito dall’operazione antimafia "Recupero" . Il processo in abbreviato si è svolto nei confronti di 13 persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso e diversi altri reati fine. Nove condanne, a pene comprese tra i 3 e i 16 anni di reclusione, e quattro assoluzioni per i 13 imputati. In particolare, il tribunale ha condannato a 3 anni di carcere Domenico Belcastro, a 14 anni Girolamo Belcastro, 16 anni a testa per Antonio Commisso (classe '56) e Francesco Commisso (classe '48), 10 anni per Francesco De Leo e Giovanni Galea, 12 anni per Giovanni Galluzzo e, infine, Roberto Stinà e Giuseppe Sgambelluri sono stati condannati a 14 anni di reclusione. Assolti dalle accuse, invece, Vincenzo Commisso (classe 80), Giuseppe Fuda, Domenico Lubieri e Giuseppe Scarfò. I nove condannati dovranno, altresì, pagare a titolo di risarcimento danni al Comune di Siderno, alla Provincia di Reggio Calabria e alla Regione Calabria la somma di 500.000 euro a ciascun ente.
Nello specifico tre imputati, Stinà, Belcastro e Sgambelluri, sono stati condannati ciascuno a 14 anni di reclusione e 80 mila euro di multa in quanto riconosciuti colpevoli di associazione mafiosa e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Galluzzo, assolto dall’imputazione di associazione mafiosa, è stato condannato a 12 anni di reclusione e 80 mila euro di multa per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e per associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. Stessa imputazione per De Leo (anch’egli assolto per mafia) condannato a 10 anni di reclusione. Galea, riconosciuto colpevole di associazione mafiosa, è stato condannato a 10 anni di reclusione; Belcastro, riconosciuto colpevole del solo reato di detenzione di armi, è stato condannato a 3 anni di reclusione. L'impianto accusatorio, sostenuto in giudizio dal pubblico ministero Antonio De Bernardo, è stato in gran parte condiviso dal gup, il quale in questo caso ha riconosciuto il reato transnazionale, che ha determinato un aumento delle pene. L'indagine Recupero era stata condotta dai Carabinieri nel dicembre 2010 ed ha accertato l’esistenza a Siderno di una società di 'ndrangheta composta da diverse 'ndrine collegate alla famiglia Commisso, con interessi economici che si sono allargati fino in Canada.
CROTONE - Dieci persone, invece, sono state condannate, a pene variabili dai 4 ai 10 anni di reclusione, ed altre sette sono state assolte nel secondo processo di giornata celebrato, anche in questo caso con rito abbreviato, contro i presunti esponenti della cosca della 'ndrangheta dei Vrenna-Ciampà-Bonaventura di Crotone. La sentenza è stata emessa dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Catanzaro, Tiziana Macrì. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna degli imputati per associazione per delinquere di tipo mafiosa e traffico di droga. La condanna maggiore, a dieci anni di reclusione, è stata inflitta nei confronti di Giuseppe Passalacqua. I diciassette imputati furono coinvolti nell’inchiesta chiamata Hydra compiuta dagli agenti della polizia di Stato nel febbraio del 2011. L’inchiesta ha riguardato complessivamente 23 persone di cui sedici hanno scelto il processo con rito abbreviato mentre per gli altri è in corso il dibattimento davanti ai giudici del tribunale di Crotone.Nell’inchiesta fu indagato anche l’ex assessore allo sport della Provincia di Crotone, Gianluca Marino, per il quale è in corso il processo con rito ordinario.
Nel dettaglio questa la sentenza emessa (tra parentesi la richiesta del pm):
Domenico Bevilacqua, 44 anni: (12 anni) 6 anni; Salvatore Ciampà,32 anni: (12 anni) 9 anni; Claudio Covelli, 30 anni: (14 anni) 8 anni e 8 mesi; Pasquale Crugliano, 29 anni: (8 anni) 4 anni; Agostino Frisenda, 50 anni: (14 anni) 4 anni; Carmelo Iembo, 34 anni: (12 anni) 9 anni; Antonio Manetta, 27 anni: (12 anni) 4 anni e 4 mesi; Giuseppe Mesuraca, 29 anni: (12 anni) assolto; Giuliano Napoli, 24 anni: (12 anni) assolto; Francesco Passalacqua, 32 anni: (14 anni) assolto; Giuseppe Passalacqua, 26 anni: (18 anni) 10 anni e 6 mesi, Leonardo Passalacqua, 38 anni: (16 anni) 10 anni e 6 mesi; Francesco Pugliese, 24 anni: (12 anni) assolto; Armando Taschera, 69 anni: (3 anni) assolto; Antonio Gaetano Vrenna, 32 anni (12 anni): 9 anni; Youness Zari, 27 anni: (8 anni) assolto; Massimo Zurlo, 36 anni: (5 anni) assolto.
FRANCESCO RIDOLFI
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