Tre maestre, una bidella e un autore Tv prosciolti con formula piena. Alcuni genitori insultano i giudici
TIVOLI - Non ci furono abusi sessuali nella scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio. Per questo i giudici del Tribunale di Tivoli hanno assolto tutti e cinque gli imputati per «insussistenza dei fatti»: insomma tra il 2005 ed il 2006 nessun abuso sessuale fu compiuto sui circa venti bimbi di quella scuola materna per sei anni al centro di indagini, veleni, sospetti. Categorica la formula utilizzata dal collegio presieduto da Mario Frigenti: insussistenza dei fatti, quindi assoluzione degli imputati.
Gli accusati. È una giornata felice quella delle maestre Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Patrizia Del Meglio, nonchè dell'autore tv Gianfranco Scancarello, marito della Del Meglio, e della bidella Cristina Lunerti. Erano i cinque imputati nei confronti dei quali erano state formulate accuse pesantissime: violenza sessuale di gruppo, maltrattamenti, corruzione di minore, sequestro di persona, atti osceni, sottrazione di persona incapace, turpiloquio e atti contrari alla pubblica decenza. Tutti commessi con sevizie e crudeltà. Per i cinque imputati, nessuno dei quali presenti oggi in aula, il pubblico ministero, Marco Mansi, aveva chiesto la condanna a 12 anni di reclusione.
L'inchiesta. Dopo sei anni di indagini e processo, oggi è stato quindi messo un primo punto sul caso di Rignano Flaminio. Ma non la parola fine perchè i genitori dei bambini costituitisi parte civile hanno già annunciato che non intendono rassegnarsi a quella che considerano una «ingiustizia» e che la loro «battaglia» proseguirà in appello. Quella di Tivoli è una sentenza che, per certi versi, va oltre i pronunciamenti del Tribunale del riesame di Roma e della Corte di Cassazione i quali, in sede di esame della legittimità degli arresti disposti il 24 aprile del 2007 nei confronti dei cinque imputati, avevano revocato le misure restrittive ritenendo le accuse della Procura insufficienti e contraddittorie.
Le reazioni. Rabbia fra i genitori presenti oggi nell'aula interdetta al pubblico e, di conseguenza, anche ai giornalisti in quanto il processo si è tenuto a porte chiuse. Urla contro i giudici, slogan del tipo «tribunale di m...», calci e pugni contro una porta. Fuori dalla sede giudiziaria poca voglia di parlare da parte dei genitori dei piccoli ed anche qualche insulto ai giornalisti. Ne ha fatto le spese un operatore di Porta a Porta, al quale un genitore, dopo averlo apostrofato con parole offensive, ha tentato di buttare in terra la telecamera. L'operatore, per salvare l'apparecchiatura, si è fatto male ad una spalla e ad una mano.
L'esultanza degli amici. Di tutt'altro umore gli amici ed i parenti degli imputati che hanno salutato con un boato la sentenza di assoluzione. Rignano Flaminio, un caso giudiziario difficile e controverso che prese le mosse nel luglio del 2006 con le prime denunce di presunti abusi sessuali che sarebbero stati praticati nella scuola materna Olga Rovere. Pochi mesi dopo gli arresti decisi dal gip Elvira Tamburelli e le accuse, bocciate, alcune settimane dopo dal Tribunale del riesame. A favore degli imputati sono stati, tra l'altro, i risultati di una perizia eseguita dai carabinieri del Ris alla fine del 2007. Le tracce biologiche rilevate su circa 130 peluches e su un pelo trovato nell'auto di una maestra, non appartenevano a nessuno dei 20 bambini ritenuti abusati.
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