lunedì 14 novembre 2011

Olgiata, 16 anni al filippino Winston

Il domestico fu arrestato ad aprile incastrato dalle tracce di dna. Una volta in carcere, confessò di avere strangolato la contessa


Roma
Manuel Winston Reyes,reo confesso dell’omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, è stato condannato a 16 anni di reclusione. Lo ha deciso il gup del Tribunale di Roma. Il pm Francesco Loy aveva chiesto l'ergastolo.

Alberica Filo Della Torre fu assassinata nella sua villa all’Olgiata il 10 luglio del ’91. La sentenza è del gup Massimo Di Lauro che ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti del filippino in relazione al reato di rapina, perché estinto per prescrizione.

L’uomo che lavorava come cameriere a casa della contessa era accusato di aver ucciso la nobildonna e di averla rapinata di alcuni gioielli al termine di una lite scoppiata nella stanza da letto della villa all’Olgiata. Il filippino all'ultima udienza del processo ha chiesto «perdono» al vedovo, «il dottor Mattei, e ai sui figli. Non volevo fare del male, mi dispiace», concludendo con un filo di voce ma senza versare lacrime. Aveva anche spiegato il senso di una intercettazione con un ricettatore in cui si parlava di gioielli, che secondo l’accusa erano quelli sottratti alla nobildonna. «Quei preziosi erano di uno dei miei figli. Avevo problemi di soldi e volevo venderli».

Winston era stato arrestato il 29 aprile scorso. Ad incastrarlo sono state le tracce ematiche lasciate sul lenzuolo con il quale fu avvolto il viso della donna durante lo strangolamento. Gli uomini del Ris hanno individuato alcune macchie di sangue tra cui una di due centimetri inequivocabilmente appartenente all’indagato, una di sangue misto del filippino e della vittima sullo stesso lenzuolo e una traccia di dna di Reyes sull’orologio Rolex della vittima. Un’analisi metodica sui reperti ha consentito di stabilire che le tracce biologiche attribuite al filippino sono contestuali al momento del delitto. In sostanza, le tracce sul lenzuolo, entrambe alle estremità, sarebbero conseguenza di due abrasioni scaturite dal contatto dei suoi gomiti con la manovra di avvolgimento del corpo della vittima.

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