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venerdì 3 luglio 2009
Pizzo a Gela, dodici arresti gli ordini li dava "Zì Calina"
Pizzo a Gela, dodici arresti
gli ordini li dava "Zì Calina"
GELA (CALTANISSETTA) - Imponevano a tappeto agli imprenditori di Gela il pagamento di tangenti alla mafia, ma anche l'assunzione di operai e la fornitura di materiali. Il dato emerge dall'indagine che questa mattina ha portato la polizia ad eseguire dodici ordini di custodia cautelare, emessi dal gip del Tribunale di Caltanissetta. Si tratta di indagati ritenuti affiliati alla famiglia gelese degli "Emmanuello".
I provvedimenti sono stati notificati in carcere ad undici indagati, mentre uno è agli arresti domiciliari. L'accusa per loro è di associazione mafiosa ed estorsione continuata e aggravata, in danno di commercianti ed imprenditori di Gela.
L'operazione, denominata "Cerberus", è stata condotta da agenti della Squadra mobile di Caltanissetta, del Commissariato di polizia di Gela e della Questura di Brescia. L'inchiesta è coordinata dal procuratore Sergio Lari, dall'aggiunto Domenico Gozzo e dal sostituto della Dda, Nicolò Marino.
L'indagine fa parte della ricerca del boss latitante Daniele Emmanuello, morto mentre tentava di fuggire dal covo in cui si era rifugiato nel dicembre 2007 nelle campagne di Enna.
Il giudice ha ordinato il sequestro di due imprese edili gestite dalle cosche, mentre è stato svelato il ruolo di vertice delle donne della famiglia Emmanuello e soprattutto sono stati intercettati uomini politici e professionisti che si rivolgevano ai capimafia per dirimere situazione controverse.
IMPRENDITORE INCHIODATO DA UN "PIZZINO". La polizia ha arrestato l'imprenditore Sandro Missuto, 31 anni, di Gela, titolare delle due imprese edili che sono state sequestrate su ordine della magistratura. L'uomo è accusato di far parte di Cosa nostra a Gela e di essere vicino alla famiglia degli Emmanuello.
In un "pizzino" trovato nell'esofago del latitante Daniele Emmanuello, durante l'autopsia, vi era scritto il nome di Missuto, che avrebbe dovuto occuparsi di un lavoro lungo il tratto autostradale della Salerno-Reggio Calabria.
L'indagine della Dda di Caltanissetta ha rivelato l'esistenza di un "connubio affaristico" tra Missuto e la ditta "Safab spa", che ha sede a Roma, e in Sicilia negli ultimi anni si è aggiudicata appalti di importanti opere pubbliche, in particolare: il parcheggio multipiano davanti al palazzo di giustizia di Palermo e il termovalorizzatore di Bellolampo.
Gli uffici dei cantieri di Palermo della Safab sono stati perquisiti dalla polizia. In passato sulla Safab gli investigatori avevano svolto accertamenti nell'ambito dell'inchiesta sulla strage in cui venne ucciso Paolo Borsellino perché in via D'Amelio la ditta aveva alcuni uffici.
CLAN GUIDATO DA UNA DONNA DI 81 ANNI. A guidare il clan Emmanuello ci sarebbe una donna di 81 anni, Calogera Pia Messina, chiamata "Zì Calina". È l'anziana madre di Daniele Emmanuello, il boss latitante, ucciso dalla polizia nel dicembre del 2007, durante le concitate fasi della cattura, in un covo localizzato nelle campagne di Enna.
Un vero e proprio "capo carismatico" in abiti femminili, che è indagato per associazione mafiosa. La polizia sostiene che a lei viene periodicamente consegnata la quota parte degli incassi illeciti della "famiglia"; da lei gli affiliati attendono ordini; a lei si rivolgono le vittime del racket e persino uomini politici.
In un'intercettazione telefonica, un consigliere comunale di Gela le chiede di intervenire con tutta la sua autorevolezza perché il proprio fratello, imprenditore, in regola coi pagamenti al racket, era stato picchiato ed aveva subito un'estorsione da un mafioso, Angelo Bassora, la cui moglie (sua dipendente) era stata da lui licenziata per assenteismo.
"Zì Calina" non promette nulla, anzi dice che non può fare niente, ma poi, secondo gli investigatori, chiama un suo mafioso di fiducia e gli ordina di intervenire presso il Bassora.
L'ELENCO DEGLI ARRESTATI. Queste le persone arrestate nell'ambito dell'operazione antimafia
"Cerberus": Giuseppe Billizzi, 37 anni; Luigi Cannizzaro, 45 anni; Stefania Cascino, 31 anni; Giuseppe Cassarino, 51 anni; Crocifisso Cavaleri, 55 anni; Giorgio Lignite, 39 anni; Orazio Pirro, 35 anni; Alessandro Rolla, 27 anni e Sandro Missuto, 31 anni.
Provvedimenti restrittivi sono stati notificati in carcere a Carmelo Massimo Billizzi, 36 anni, ritenuto il luogotenente di Emmanuello; Giuseppe Bassora, 36 anni e Domenico Vullo, 33 anni.
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