martedì 7 luglio 2009

Gaeta, assaltano portavalori con molotov







Gaeta, assaltano portavalori con molotov
e kalashnikov: presi, erano in semilibertà


ROMA (6 luglio) - Armati di kalashnikov e molotov hanno assaltato stamattina intorno alle 7.30 un portavalori al km. 21 della strada statale Flacca in località piana Sant'Agostino, nei pressi di Gaeta, bloccando le due guardie giurate. Autori della tentata rapina sette persone che, a bordo di un camion rubato e guidato da un complice, hanno affiancato il portavalori, costringendo i vigilantes a fermarsi. A bordo del blindato c'era circa un milione e mezzo di euro. I sette non sono riusciti a portare a termine la rapina poiché non sono riusciti a tagliare il portellone posteriore del veicolo. Scappati in direzione Roma sono stati arrestati poco dopo da carabinieri e agenti della polizia che da tempo operavano per sgominare la feroce banda.

Gli uomini finiti in manette sono Luciano Febi di Tivoli, il cugino Mario, Maurizio Di Giuseppe, Daniele Piani, Diego Pedetta, Fabrizio Toti e Marco Di Giuseppe. Tranne quest'ultimo tutti gli altri godevano della semilibertà pur essendo stati condannati per rapina, omicidio, tentativo di omicidio e altro. Luciano Febi, 54 anni, pur essendo detenuto in semi libertà è stato condannato all'ergastolo per rapina, omicidio e tentativo di omicidio di carabinieri; il cugino Mario Febi, 53 anni, di Vicovaro e anch'egli semi libero, è stato condannato all'ergastolo per omcidio e tentativo di omicidio e rapina. Il rifeferimento è all'assalto di un furgone blindato avvenuto a Castel Madama nel 1991, dove fu uccisa la guardia giurata Marco Chiari dopo che il blindato portavalori era stato investito con una pala meccanica. Altro sorvegliato speciale è Maurizio Di Giuseppe di 47 anni che ha precedenti per rapina aggravata ai danni di portavalori. Quanto a Daniele Piani, 46 anni, di Pomezia, è detenuto anch'egli in semi libertà e affidato in prova ai servizi sociali: nel 2011 avrà scontato la condanna per omicidio, tentato omicidio e rapina; Fabrizio Toti ha precedenti per rapina, sequestro di persona e furto, ha beneficiato dell'indulto; Diego Pedetta negli anni scorsi fu processato in relazione ad un assalto, datato 2001, ad una filiale di banca presso Santa Maria della Mole dove rimase ucciso un carabiniere. Pedetta in primo grado fu condannato, ma successivamente venne assolto in appello ed era quindi tornato in libertà. Unico incensurato Marco Di Giuseppe, figlio di Maurizio Di Giuseppe.

L'assalto. Carabinieri e polizia hanno definito l'assalto di stamattina «organizzato e cruento»: i malviventi, armati di kalashnikov e pistole hanno speronato frontalmente il portavalori (dell'istituto di vigilanza Securitas di Latina) con un autocarro, esplodendo colpi d'arma da fuoco contro la portiera dell'autista del mezzo e obbligando le tre guardie giurate a consegnare le pistole di dotazione. Quindi i rapinatori hanno tentato di aprire il blindato con una motosega senza riuscirvi (all'interno del furgone vi era circa un milione e mezzo di euro), per poi fuggire poco prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. Ma il gruppo era già tenuto sotto osservazione, dopo un assalto analogo avvenuto il 7 novembre 2008.

La cattura. Gli investigatori hanno quindi raggiunto una baracca ritenuta la base del gruppo, dove gli arrestati erano soliti lasciare il loro arsenale. Qui parte dei componenti della banda sono stati arrestati, altri sono stati presi mentre si trovavano all'interno di un furgone. Questi ultimo hanno opposto resistenza alle forze dell'ordine e ne è scaturita una breve sparatoria, conclusa senza feriti. Al termine dell'operazione sono stati sequestrati due kalashnikov, un fucile mitragliatore M4 di fabbricazione cinese, sette pistole, due bombe molotov, due frullini, giubetti antiproiettili e munizioni varie. Alcuni dei componenti della banda erano però già sotto osservazione da parte di polizia e carabinieri (che hanno creato un'apposita task force) in relazione ad una rapina commessa il 7 novembre 2008 al Divino Amore, ai danni di un furgone portavalori della società di vigilanza Sipro (per un bottino di quasi 2,4 milioni di euro). Dalle indagini su questa rapina (pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, esame di tabulati telefonici) hanno permesso di individuare la base operativa del gruppo e alcuni dei mezzi che i malviventi, comprendendo che il gruppo era intenzionato a compiere un altro assalto. Non fu invece individuato l'obiettivo prescelto, e quindi l'intervento degli inquirenti è potuto avvenire solo dopo l'esecuzione del colpo.

Il procuratore: sono personaggi molto pericolosi. Alcune delle persone arrestate avrebbero compiuto un'altra rapina nel novembre scorso ai danni di un furgone portavalori. La circostanza è emersa nel corso della conferenza stampa tenutasi in procura. «C'è stata una collaborazione perfetta tra le forze di polizia giudiziaria che hanno messo insieme il loro know how - ha detto il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo - Sono state arrestate persone che riteniamo facessero parte di un banda organizzata per compiere rapine particolarmente sanguinose e con bottini di rilevante entità. Speriamo ora che queste persone siano definitivamente assicurate alla giustizia, perché sono personaggi molto pericolosi».

Nessun commento:

Posta un commento