PALERMO. Sui 36 deputati regionali della scorsa legislatura rieletti all'Assemblea siciliana e dunque in carica, solo in 4 non risultano coinvolti nell'inchiesta della Procura di Palermo sulle «spese pazze» dei gruppi parlamentari, gli altri 32 sono indagati. I parlamentari indenni provengono tutti dall'ex gruppo del Pdl: Vincenzo Vinciullo, Nino D'Asero, Marco Falcone, e Santi Formica.
I primi due hanno scelto il Nuovo centrodestra di Alfano, mentre Falcone ha optato per i club di Forza Italia del cavaliere Berlusconi, mentre Formica al momento è capogruppo della lista Musumeci. Attuale capogruppo del Pdl ma in predicato di guidare il nuovo gruppo del Ncd all'Ars, D'Asero alla medaglia dell'incolume preferisce la diplomazia: «È presto per dare una chiave di lettura a questa vicenda - afferma - Ci sono degli aspetti che vanno chiariti; salvo alcuni casi, ritengo di poter affermare che non ci sia stata una mala-gestione dei fondi assegnati ai gruppi parlamentari: siamo sull'interpretazione di quali spese siano rendicontabili o meno. È una inchiesta complesso, qualunque giudizio rischia di far cadere nell'errore.
Aspetterei di capirne di più sulle contestazioni che vengono mosse per fare una riflessione più ampia». Sicuramente, aggiunge D'Asero, «dobbiamo avere il senso del buon padre di famiglia nell'amministrare i fondi soprattutto perchè sono pubblici». Anche Vinciullo, per rispetto alle indagini e a chi ne è coinvolto, preferisce toni pacati. «Per quanto mi riguarda potrei parlare di una dose di fortuna e di una dose di accortezza - afferma - non ho mai chiesto un solo euro di rimborso al gruppo parlamentare sui fondi del contributo unificato. Ho partecipato a tre cene, le ho pagate tutte di tasca mia».
Nessun commento:
Posta un commento