di Mimmo Mazza
TARANTO - Torna l’allarme diossina. A cinque anni dal ritrovamento della pericolosa sostanza cancerogena nel formaggio prodotto in masserie ubicate nell’area industriale di Taranto, stavolta a destare preoccupazione è il latte bovino di un allevamento di Massafra, contenente quantità pari al doppio (11,72 picogrammi per grammo di grasso) rispetto al consentito (5,5 picogrammi per grammo di grasso). La scoperta è stata fatta dal dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto che tra aprile e settembre dello scorso anno ha compiuto due ispezioni nell’allevamento di proprietà di Giuseppe Chiarelli ubicato in contrada Orofino (a un chilometro dalla periferia di Massafra, a 1500 metri dalla statale 7 Taranto-Massafra, a circa 10 chilometri dall’Ilva e dalla zona industriale di Taranto mentre in un raggio di 5 chilometri si trovano l’inceneritore dell’Appia Energy e la discarica Cisa), prelevando dei campioni di latte prodotti dai 55 animali presenti nell’azienda e destinati alla produzione mista di latte e carni, campioni poi inviati all’istituto zooprofilattico di Teramo che ha rilevato l’anomala presenza di diossina.Il controllo è stato compiuto nell’azienda agricola di contrada Orofino in quanto la stessa si trova nell’area di sorveglianza e monitoraggio straordinario verso le diossine e Pcb in matrici alimentari di origine animale individuata dall’Asl di Taranto nel 2008 e secondo il piano concordato dal tavolo tecnico permanente della Regione Puglia.
La vicenda, stando a quanto risulta alla Gazzetta, ora è all’attenzione della Procura della repubblica, del commissario straordinario presso la Provincia di Taranto, del sindaco di Massafra, dei sindaci di Taranto e Statte e della Regione Puglia. La Procura, come già avvenuto 5 anni, potrebbe procedere contro ignoti, affidando una perizia per risalire alla fonte di diossina.
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