di EUSTACHIO CAZZORLA
MONOPOLI - Sesso tra studenti di scuola superiore. I filmati che nei giorni scorsi sono passati di mano in mano sui telefonini tramite «Whatsapp» sono stati acquisiti dagli inquirenti e ieri è stata depositata la prima denuncia al locale Commissariato di polizia. La notizia trapela da ambienti vicini alla più giovane delle vittime ripresa in questa serie di filmati che ha fatto ripiombare la città nell’incubo di una indesiderata notorietà a «luci rosse». Ed i protagonisti apparterrebbero a famiglie della «Monopoli bene».
La mente torna al 2004-2005 quando il filmato senza veli fra una liceale all’epoca minorenne (Sesya il soprannome) e il suo fidanzato, in aperta campagna, in macchina, fra Santo Stefano e il Capitolo, fece scalpore. Questa volta gli spezzoni dei filmati sono più di uno. Tanti quante le ragazze che si alternano in pose oscene davanti allo specchio e addirittura in amplessi e situazioni hot degne del migliore film hard. Il segno dei tempi? «Forse» per chi scrolla le spalle e fa finta di niente. Ma a guardarla più a fondo questa vicenda che viola l’intimità dei protagonisti di terza e quarta classe superiore, non ancora 18enni, la sensazione è che si tratti di una sfida che ha superato se stessa. Le più giovani hanno fatto vedere alle amiche più grandi cosa sapevano fare da sole e nel gioco della sfida sarebbe saliti di livello come in un paradossale videogame mediatico.
Ma c’è chi giura che ad originare la «catena di Sant’Antonio» sia stato un tradimento della più giovane protagonista dei video e il fidanzatino ha risposto mettendo sulla «piazza telematica» i video che lei stessa aveva girato con il suo consenso e che dovevano restare segreti. Così le immagini sarebbero state divulgate alla stretta cerchia di amici di classe e di comitiva e da questa a cerchie sempre più ampie, sempre e solo tramite Whatsapp. Non una vera e propria pubblicazione su un sito porno come accadde con Sesya, ma il giro vorticoso e illimitato tra le messaggerie (testi, video, foto, audio) di apparati mobili (iphone, smartphone, tablet e pc) che Whatsapp permette senza costi aggiuntivi grazie all’utilizzo della rete web.
Anche per questo non è facile bloccare questa sorta di catena infinita di messaggi in cui le scene di sesso del gruppo di ragazze e del ragazzo con la sua fidanzatina, sono passate di mano in mano fino a finire anche davanti agli occhi dei genitori e poi degli inquirenti che cercano di trovare il capo della matassa.
«Quanto accaduto è la conferma che siamo nell’era dell’esibizionismo a tutti i costi - sottolinea la psicologa Elisa Catena Gambino che poi rivela una verità nascosta -. L’abitudine di riprendersi durante gli atti sessuali ormai è pratica diffusa tra i giovani cresciuti in questa generazione ipertecnologica completamente nuova e disinibita rispetto a chi c’era prima. Si è svuotato di significato il concetto della tutela della propria reputazione. Sono saltati valori come la fedeltà, l’amore incondizionato, l’amicizia fraterna, il rispetto dei genitori, della persona, di se stessi. Il porno diventa facile costume per minorenni stanchi della normalità».
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