di FABIO AMENDOLARA«Hanno lucrato sui rimborsi alla Regione Basilicata e vanno processati». Il pubblico ministero della Procura di Potenza Francesco Basentini ha chiesto in aula, ieri mattina, il rinvio a giudizio per 37 dei 38 imputati dell’inchiesta «Rimborsopoli». L’ex assessore regionale alla Sanità, Attilio Martorano, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Lo hanno annunciato i suoi legali nel corso dell’udienza preliminare di ieri. Subito dopo, gli avvocati degli ex consiglieri regionali Antonio Autilio, Roberto Falotico e Alessandro Singetta (difesi da Nicola Roccanova, Dino Donnoli e Paolo Galante), hanno presentato al gup, Tiziana Petrocelli, dei documenti contabili che contengono indicazioni su alcune spese sostenute per l’espletamento della carica (indicate nelle procedure di rimborso) e contestate dai magistrati.
Dopo l’acquisizione di questi atti il pm ha cominciato il suo intervento. L’inchiesta, che lo scorso aprile tra l’altro ha portato all’emissione di misure cautelari nei confronti di due ex assessori di centrosinistra e di un consigliere di centrodestra, ha riguardato i resoconti delle spese presentate agli uffici regionali dai consiglieri e dai gruppi consiliari. I controlli sono stati effettuati da carabinieri, polizia di Stato e Guardia di Finanza, confrontando le fatture allegate alle richieste di rimborso con l’ammissibilità di queste ultime in base alle norme.
Sono 38 le persone tra consiglieri regionali, imprenditori e professionisti, accusati di aver «scroccato» rimborsi alla Regione Basilicata. Ma ora la Regione è costituita parte civile (per il tramite degli avvocati Pasquale Golia e Maurizio Roberto Brancati). E ha creato una situazione inedita: l’ente contro se stesso. Chi ha firmato la richiesta è la giunta uscente, ovvero presidente e assessori che risultano tra gli imputati. Per loro non c’è costituzione di parte civile. Il gup ha ammesso la richiesta per tutti gli imputati, tranne che per coloro che hanno votato la delibera che dava mandato all’ufficio legale regionale di preparare la richiesta di costituzione di parte civile. La nuova giunta non ha fatto lo stesso. E ora per Vito De Filippo e i suoi assessori non c’è richiesta di risarcimento del danno da parte della Regione.
La costituzione di parte civile però potrà essere presentata alla prima udienza del dibattimento, se il giudice dovesse decidere di rinviare a giudizio gli imputati. Gli indagati si sono fatti rimborsare spese di ristorazione non direttamente proprie, viaggi non fatti, consulenze non vere e lavori nelle loro case. Ci sono casi di doppia presentazione delle ricevute a distanza di tempo. Anche l’associazione «Codici» aveva presentato richiesta di costituzione di parte civile proprio per queste accuse. Ma il gup l’ha esclusa. Ora il procedimento entra nel vivo. E dopo la requisitoria del pm tocca alle difese.
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