Il gesto disperato di Giovanni Guarascio, 64 anni, muratore disoccupato. Le fiamme hanno raggiunto pure la moglie, la figlia e due agenti di polizia. L'immobile era stato messo venduto per 26mila euro
VITTORIA. Lotta tra la vita e la morte Giovanni Guarascio, muratore disoccupato di 64 anni, che a Vittoria (Ragusa) si è dato fuoco per impedire che il nuovo proprietario della sua casa, venduta all'asta un anno fa a causa di un debito di 10 mila euro con una banca, gli potesse togliere l'unica cosa che gli dava ancora un minimo di sicurezza: un tetto per sè, la moglie e le sue due figlie di 28 e 32 anni, anche loro senza lavoro.
Poco prima delle 14, mentre era in corso una trattativa tra gli avvocati, alla presenza dell'ufficiale giudiziario, Guarascio ha perso la testa: si è cosparso di benzina e si è dato fuoco. La moglie, Giorgia Famà, sua coetanea, una delle figlie e due poliziotti sono subito intervenuti e sono stati investiti dalle fiamme. Portati all'ospedale Guzzardi di Vittoria, le condizioni di Guarascio (che ha ustioni di secondo e terzo grado sul 60% del corpo) sono subito sembrate gravi, tanto da richiedere il trasferimento in elisoccorso al Cannizzaro di Catania, dove è ricoverato anche uno dei poliziotti, Antonio Terranova, con ferite meno gravi: ustioni di primo e secondo grado su braccia e torace. Le condizioni degli altri tre non sembrano destare preoccupazione: la figlia della coppia è stata già dimessa.
Il braccio di ferro tra Guarascio e la banca andava avanti dal 2001. Il muratore cercava di mandare avanti la famiglia facendo lavori saltuari e sperando che un giorno avrebbe potuto estinguere il suo debito. Ma le cose sono man mano peggiorate anche dalle sue parti, dove in un tempo non lontano, grazie alla serricoltura, il territorio aveva raggiunto un livello di benessere invidiabile per i canoni del Mezzogiorno.
Guarascio non ce l'aveva fatta e non riusciva a perdonarsi che una delle sue figlie, la più piccola, per mancanza di soldi fosse stata costretta ad abbandonare gli studi universitari. Il muratore le ha tentate tutte, ma la banca è stata inflessibile mettendo all'asta la sua casa, venduta nel maggio 2012 per 26 mila euro. L'acquirente di quella casa povera, con la facciata senza intonaco che lascia a vista i mattoni sbreccati, è un trentacinquenne di Scoglitti, un paese poco distante, e anche lui non naviga nell'oro.
Dopo ripetuti tentativi di trovare un accordo con l'acquirente, spiega l'avvocato di Guarascio, Giulia Artini, stamani il muratore aveva giocato l'ultima carta, proponendo di continuare a vivere da affittuario in quella che fino a quel momento era stata la sua casa. Almeno per un periodo breve, fino al prossimo dicembre, il tempo per cercare un'altra sistemazione. Ma il nuovo proprietario, che già dallo scorso settembre chiedeva lo sfratto, è stato irremovibile. La discussione si è subito animata, tanto che i vicini di casa hanno chiamato la polizia, che si trovava sul posto quando Guarascio si è dato fuoco. Gli agenti Marco Di Raimondo e Antonio Terranova sono subito intervenuti per soffocare le fiamme, che invece hanno investito anche loro, oltre alla figlia dell'uomo e alla moglie.
Poco prima delle 14, mentre era in corso una trattativa tra gli avvocati, alla presenza dell'ufficiale giudiziario, Guarascio ha perso la testa: si è cosparso di benzina e si è dato fuoco. La moglie, Giorgia Famà, sua coetanea, una delle figlie e due poliziotti sono subito intervenuti e sono stati investiti dalle fiamme. Portati all'ospedale Guzzardi di Vittoria, le condizioni di Guarascio (che ha ustioni di secondo e terzo grado sul 60% del corpo) sono subito sembrate gravi, tanto da richiedere il trasferimento in elisoccorso al Cannizzaro di Catania, dove è ricoverato anche uno dei poliziotti, Antonio Terranova, con ferite meno gravi: ustioni di primo e secondo grado su braccia e torace. Le condizioni degli altri tre non sembrano destare preoccupazione: la figlia della coppia è stata già dimessa.
Il braccio di ferro tra Guarascio e la banca andava avanti dal 2001. Il muratore cercava di mandare avanti la famiglia facendo lavori saltuari e sperando che un giorno avrebbe potuto estinguere il suo debito. Ma le cose sono man mano peggiorate anche dalle sue parti, dove in un tempo non lontano, grazie alla serricoltura, il territorio aveva raggiunto un livello di benessere invidiabile per i canoni del Mezzogiorno.
Guarascio non ce l'aveva fatta e non riusciva a perdonarsi che una delle sue figlie, la più piccola, per mancanza di soldi fosse stata costretta ad abbandonare gli studi universitari. Il muratore le ha tentate tutte, ma la banca è stata inflessibile mettendo all'asta la sua casa, venduta nel maggio 2012 per 26 mila euro. L'acquirente di quella casa povera, con la facciata senza intonaco che lascia a vista i mattoni sbreccati, è un trentacinquenne di Scoglitti, un paese poco distante, e anche lui non naviga nell'oro.
Dopo ripetuti tentativi di trovare un accordo con l'acquirente, spiega l'avvocato di Guarascio, Giulia Artini, stamani il muratore aveva giocato l'ultima carta, proponendo di continuare a vivere da affittuario in quella che fino a quel momento era stata la sua casa. Almeno per un periodo breve, fino al prossimo dicembre, il tempo per cercare un'altra sistemazione. Ma il nuovo proprietario, che già dallo scorso settembre chiedeva lo sfratto, è stato irremovibile. La discussione si è subito animata, tanto che i vicini di casa hanno chiamato la polizia, che si trovava sul posto quando Guarascio si è dato fuoco. Gli agenti Marco Di Raimondo e Antonio Terranova sono subito intervenuti per soffocare le fiamme, che invece hanno investito anche loro, oltre alla figlia dell'uomo e alla moglie.
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