Accusati di istigazione al suicidio.
La sorella su Facebook: «Spero che vostra coscienza non vi dia pace»
novara
Otto minorenni, tra i 15 e i 17 anni, sono stati indagati nell’ambito dell’inchiesta sul suicidio della quattordicenne Carolina che a gennaio si era tolto la vita lanciandosi dal balcone di casa. Sono accusati, a vario titolo, di istigazione al suicidio e detenzione di materiale pedopornografico.
Sono almeno due i video, che sarebbero stati diffusi su internet, al centro dell’inchiesta sul suicidio di Carolina. La quattordicenne sarebbe stata spinta a togliersi la vita, lo scorso gennaio nel Novarese, perché - è l’ipotesi degli investigatori - perseguitata da “cyberbulli”. All’esame degli investigatori dei carabinieri, coordinati dalla procura dei minori di Torino, anche alcune fotografie.
Duro il commento della sorella di Carolina, Tatiana, che usa Facebook - il social network che gli otto indagati avrebbero utilizzato per infangare il nome della giovane vittima - per urlare tutta la sua rabbia. «Spero che la vostra coscienza, se ne avete una, non vi lasci in pace e che ogni giorno il peso del senso di colpa vi distrugga piano piano» - è il messaggio postato dalla ragazza.
Carolina, studentessa del liceo scientifico Pascal di Romentino , la notte del 5 gennaio era rientrata da una festa nella casa del padre, a Sant’Agabio. Il gesto disperato alle tre del mattino: il tragico volo non le aveva lasciato scampo. Sull’intenzione di Carolina di togliersi la vita gli inquirenti, fin da subito, non avevano avuto dubbi. Adesso la perizia sul cellulare della ragazza, affidata al Politecnico di Torino, intende appurare se esistano anche altri filmati. È proprio per effettuare questi accertamenti tecnici che sono stati indagati otto minori, tra i 15 e i 17 anni.
«Se i mass media, applicati alla tecnologia, diventano motivo di offesa fino ad estreme conseguenze è perché alla base vi è una scarsa considerazione della fenomenologia da parte delle istituzioni, a cominciare dal sistema scolastico che non contempla l’istituzione organica dell’educazione ai media»: è il commento del sociologo Antonio Marziale in relazione agli otto minorenni di Novara indagati.
Sono almeno due i video, che sarebbero stati diffusi su internet, al centro dell’inchiesta sul suicidio di Carolina. La quattordicenne sarebbe stata spinta a togliersi la vita, lo scorso gennaio nel Novarese, perché - è l’ipotesi degli investigatori - perseguitata da “cyberbulli”. All’esame degli investigatori dei carabinieri, coordinati dalla procura dei minori di Torino, anche alcune fotografie.
Duro il commento della sorella di Carolina, Tatiana, che usa Facebook - il social network che gli otto indagati avrebbero utilizzato per infangare il nome della giovane vittima - per urlare tutta la sua rabbia. «Spero che la vostra coscienza, se ne avete una, non vi lasci in pace e che ogni giorno il peso del senso di colpa vi distrugga piano piano» - è il messaggio postato dalla ragazza.
Carolina, studentessa del liceo scientifico Pascal di Romentino , la notte del 5 gennaio era rientrata da una festa nella casa del padre, a Sant’Agabio. Il gesto disperato alle tre del mattino: il tragico volo non le aveva lasciato scampo. Sull’intenzione di Carolina di togliersi la vita gli inquirenti, fin da subito, non avevano avuto dubbi. Adesso la perizia sul cellulare della ragazza, affidata al Politecnico di Torino, intende appurare se esistano anche altri filmati. È proprio per effettuare questi accertamenti tecnici che sono stati indagati otto minori, tra i 15 e i 17 anni.
«Se i mass media, applicati alla tecnologia, diventano motivo di offesa fino ad estreme conseguenze è perché alla base vi è una scarsa considerazione della fenomenologia da parte delle istituzioni, a cominciare dal sistema scolastico che non contempla l’istituzione organica dell’educazione ai media»: è il commento del sociologo Antonio Marziale in relazione agli otto minorenni di Novara indagati.
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