Accusata dell'omicidio volontario del calciatore
Il provvedimento è stato notificato a Isabella Internò, ex fidanzata di Donato Bergamini, il calciatore del Cosenza morto sotto un camion il 18 novembre 1989 sulla strada statale 106 jonica. L'avviso è stato emesso dalla Procura di Castrovillari che nel giugno del 2011 ha riaperto le indagini sulla morte del calciatore
di FRANCESCO MOLLO
CASTROVILLARI - Un avviso di garanzia per concorso in omicidio volontario è stato notificato a Isabella Internò, ex fidanzata di Donato Bergamini, il calciatore del Cosenza morto sotto un camion il 18 novembre 1989 sulla strada statale 106 jonica. L'avviso è stato emesso dalla Procura di Castrovillari che nel giugno del 2011 ha riaperto le indagini sulla morte del calciatore con un fascicolo a carico di ignoti. L'avviso di garanzia scaturirebbe dall'esito delle indagini dalle quali sarebbe emerso che Bergamini era già morto quando fu investito dal camion e non si gettò a pesce sotto il mezzo, come invece stabilì il primo processo che nel 1992 assolse il camionista di Rosarno, Raffaele Pisano, dall'accusa di omicidio colposo. In quella occasione, infatti, i due gradi di giudizio stabilirono che l'autotrasportatore nulla potette fare per evitare che il giocatore portasse a termine il suo progetto di togliersi la vita. A contribuire alla chiusura, come suicidio, della vicenda dell'osannato centrocampista ventisettenne fu la coincidenza delle testimonianze della ragazza, che aveva viaggiato con lui sulla Maserati fino a Roseto Capo Spulico - diretto in Puglia per imbarcarsi per mete estere, raccontò la testimone - e del camionista alla guida dell'Iveco 180 che lo travolse.
Entrambi affermarono che il ragazzo aveva voluto suicidarsi. Una versione che non ha mai convinto i familiari del calciatore ferrarese, tanto che per oltre vent'anni il papà Domizio e la sorella Donata hanno chiesto giustizia e verità per quella morte inspiegabile. Ad ipotizzare un diverso scenario da quello dipinto dai processi del '90 e del '92 sono stati dapprima un corposo dossier difensivo realizzato dall'avvocato della famiglia Bergamini, Eugenio Gallerani - che ha convinto la Procura di Castrovillari a riqualificare una seconda inchiesta aperta nel '94 e naufragata per motivi ancora poco chiari - e poi una serie di perizie realizzate dai carabinieri del Ris, su alcuni effetti personali indossati dal giocatore al momento della morte e sulle foto effettuate durante i rilievi dei carabinieri sul luogo dell'incidente, e da due medici legali (Roberto Testi, professore di criminalistica all'università di Torino e direttore medicina legale dell'asl del capoluogo piemontese, e del professor Giorgio Bolino della Sapienza di Roma) incaricati dal procuratore capo Franco Giacomantonio di lavorare sui reperti (fegato, epidermide e altri tessuti) conservati presso l'istituto di medicina legale di Ferrara dove fu effettuata la storica autopsia sul corpo di Bergamini da parte del professore Francesco Maria Avato. Dagli accertamenti scientifici, nella primavera dello scorso anno, era emerso che Bergamini era già morto nel momento in cui fu investito dal camion. L'esito di quelle perizie separate direbbe infatti che il camion a quattro assi avrebbe “sormontato” un corpo morto e già disteso sull'asfalto. E che la causa della morte era da ricondurre a una ampia ferita nella zona del basso ventre dalla quale è fuoriuscito tutto il sangue perso dalla vittima.
I LEGALI. Dallo studio legale Florita di Paola (gli avvocati Massimo Florita e Marta Perrotta) i legali che assistono Isabella Internò rispondono di non avere ancora notizia dell’atto giudiziario emesso dalla Procura di Castrovillari. E due sono le spiegazioni possibili: o l’indagata non ha ancora ricevuto l’avviso di garanzia, oppure ha cambiato avvocato. Ma è confermato che ieri pomeriggio le è stato consegnato l'avviso dal quale, ovviamente, non risulta se vi siano altri indagati insieme a lei come farebbe invece pensare la contestazione di "concorso" in omicidio volontario.Dallo studio legale Florita di Paola (gli avvocati Massimo Florita e Marta Perrotta) i legali che assistono Isabella Internò rispondono di non avere ancora notizia dell’atto giudiziario emesso dalla Procura di Castrovillari. E due sono le spiegazioni possibili: o l’indagata non ha ancora ricevuto l’avviso di garanzia, oppure ha cambiato avvocato. Ma è confermato che ieri pomeriggio le è stato consegnato l'avviso dal quale, ovviamente, non risulta se vi siano altri indagati insieme a lei come farebbe invece pensare la contestazione di "concorso" in omicidio volontario.
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